MANTOVA Domani (ore 20.45) sarà già tempo di tornare in campo, al Martelli contro la Giana Erminio. Ma in casa Mantova è ancora fresco il ricordo dell’ultima partita, più complicata del previsto eppure conclusa con l’ennesima vittoria. «Più che altro – osserva il tecnico biancorosso Davide Possanzini – da Sesto San Giovanni è stato importante uscire senza infortuni, date le condizioni del campo. Al di là di questo, è stata una partita interpretata molto bene dal Mantova. Un po’ di pressione la sentivamo: abbiamo avuto pazienza nel primo tempo e nella ripresa abbiamo colpito. La considero una prova di maturità».
Ma, come dicevamo, c’è già la Giana all’orizzonte. «All’andata siamo stati un po’ fortunati (il Mantova vinse con due gol nel finale dopo aver rischiato in più di un’occasione, ndr). La Giana è una squadra propositiva e che gioca bene. Raccoglie più punti in trasferta che in casa e nel tempo ha acquisito sempre più consapevolezza». Stavolta Padova e Triestina giocheranno dopo il Mantova (entrambe domenica), dunque la pressione sarà sulle loro spalle. «Per noi non cambia nulla – minimizza il tecnico dell’Acm – . Dobbiamo solo pensare a noi e giocarcela “liberi”. Mi interessa l’approccio, il resto verrà di conseguenza. E sono sicuro che non sbaglieremo».
Il mercato del Mantova si è chiuso con l’ingaggio del difensore De Maio. «Avevamo un’esigenza prima di tutto numerica, a causa del ritiro di Suagher. Non c’è bisogno che presenti Sebastien: la sua carriera parla da sola. Lo conosco dai tempi in cui giocavamo nel Brescia: è un ragazzo per bene e molto umile. Si è presentato come Argint (il più giovane della rosa, ndr). Ci porta la sua esperienza e sarà molto utile alla causa, che peraltro ha sposato in pieno. Con lui si chiude il nostro mercato. Sono soddisfatto perchè, con De Maio e Bombagi, sono arrivati due giocatori di qualità che hanno accettato le condizioni della società e del gruppo. Era fondamentale non rompere gli equilibri che abbiamo raggiunto. Perchè non un attaccante? Perchè la squadra crea comunque tanto e segna; e perchè le punte che abbiamo, anche se vorrei che segnassero di più, hanno sempre lavorato in maniera funzionale al nostro tipo di gioco». Le ultime parole sono per Radaelli, che proprio ieri ha compiuto 21 anni e si sta rivelando forse il giovane più interessante di questo Mantova: «Nicolò – dice Possanzini – è un giocatore forte e lo sa. Deve continuare a viverla con la massima tranquillità. Vale per lui come per tutti gli altri giovani, che stanno facendo la loro parte e che non devono mai smettere di alzare l’asticella».