Mantova Scusate il ritardo. Ma anche “non è mai troppo tardi”. Entrambe queste espressioni si adattano bene a Nicola Mazzotti, già a un passo dal Mantova due estati fa ed ora finalmente approdato in biancorosso. «È vero – conferma – . Due anni fa mi voleva Penta ma avevo già dato la mia parola al Fiorenzuola e non se ne fece nulla. Adesso sono felice di essere qui». Trentadue anni, romagnolo di Cesena, centrocampista di ruolo, Mazzotti può vantare una solida esperienza in Serie D (circa 150 partite), ma anche 5 campionati in C. «Purtroppo – dice – l’ultimo risale ormai a 6 anni fa, a Savona. Ho tanta voglia di tornare tra i prof».
Il Mantova sembra poterti accontentare…
«Abbiamo iniziato oltre ogni previsione. Intendiamoci: quando ho accettato l’offerta del Mantova mi aspettavo di fare un campionato ad alti livelli. Però cominciare così bene è stata una sorpresa anche per me».
Quali sono le qualità migliori della squadra?
«Si è creato un gruppo forte, affiatato, che coniuga qualità e quantità».
Come descriveresti il Mantova di Brando a chi non l’ha mai visto?
«Secondo me i principi base sono tre: organizzazione di gioco, cura della fase difensiva, carattere. L’allenatore ci spinge a non allentare la tensione e non accontentarci mai, nemmeno in allenamento».
Quattordici gol in 3 gare sono tantissimi. Ma ne avete subiti anche 5…
«Può capitare di avere cali di tensione. Meglio se arrivano sul 3-0 o 4-0. Però è vero che dobbiamo migliorare su questo aspetto, sugli automatismi difensivi. Ne siamo tutti consapevoli».
Come vedi l’impegno di domenica a Carpaneto?
«Avversario tosto. Con giocatori come Bruno e Rantier può ambire a qualcosa in più della salvezza. Credo che, specialmente in casa, possa mettere in difficoltà parecchie squadre».
Come giudichi finora la tua esperienza mantovana?
«Molto positiva. Non mi aspettavo di entrare così bene negli schemi del mister. Mi sento in buona forma anche fisicamente».
A che punto sei della tua carriera?
«Forse al punto più alto. Ho maturato esperienze, sia positive che negative, che mi hanno forgiato a livello caratteriale. Ora so come affrontare le situazioni più svariate, mi sento più consapevole dei miei mezzi e di quanto posso dare».
A 32 anni non puoi considerarti un giovane…
«Ma nemmeno un vecchio (ride, ndr)! Diciamo che ho maturato qualche anno d’esperienza. E qualche consiglio ai più giovani lo posso dare».
Me ne dici uno?
«Non aver paura mai».
Com’è giocare davanti a 2.500 tifosi?
«Un’emozione fortissima. Mi era già capitato qualche volta in carriera, ma spero che quest’anno a Mantova sia la regola. Sarebbe un aiuto in più per noi».
Intanto pensiamo a Carpaneto…
«Esatto. Perchè è vero che siamo partiti fortissimo, ma è anche vero che il campionato è appena cominciato e bisogna rimanere sul pezzo. Questo non dobbiamo dimenticarcelo».