MANTOVA – Nonostante la loro relazione fosse già finita da tempo non si sarebbe dato per vinto, prendendo a perseguitare a più riprese la ex compagna. Sulla base delle varie denunce presentate dalla donna ai carabinieri era quindi scattata, su impulso della procura che aveva altresì fatto propria la richiesta avanzata dal difensore della presunta vittima, l’avvocato Roberto Cuva, la procedura legislativa circa il cosiddetto “codice rosso”, e culminata, infine, con l’emissione da parte del giudice per le indagini preliminari nei confronti dell’indagato, della misura cautelare del divieto di avvicinamento ai luoghi frequentati dalla persona offesa nonché di comunicazione con la stessa. Nello specifico i fatti a lui ascritti risalivano al periodo compreso tra il maggio 2019 e il giugno 2020: l’uomo, un 42enne residente a Castel Goffredo, infatti, non si sarebbe rassegnato, secondo quanto contenuto nel capo d’imputazione, all’interruzione del rapporto sentimentale ponendo in essere svariate condotte moleste ai danni della ex convivente: attraverso insistenti messaggi e telefonate anche di natura minatoria, pedinamenti e appostamenti sotto casa o nel posto di lavoro e addirittura presentandosi dai genitori della donna per metterli in guardia circa la presunta “pazzia” della figlia. Un’escalation di comportamenti anche violenti, culminati il 18 giugno 2020 con l’adozione da parte del gip della doppia misura cautelare a carico dello stalker. Ma proprio alcune settimane prima l’inizio dell’istruttoria dibattimentale però il 42enne, aveva ripreso nelle proprie condotte. In un paio di occasioni, infatti, tra il 23 e il 24 aprile scorso, si sarebbe spinto di nuovo fin sotto casa della vittima, per mettere nella cassetta della posta alcune fotografie che lo ritraevano nudo con tanto di numero di telefono. Per questo, lo stesso giudice all’epoca titolare del procedimento, aveva provveduto ad inasprire la misura cautelare, poi revocata lo scorso giugno. Dopo le prime escussioni testimoniali, tra cui quella della stessa persona offesa, è toccato ieri ai restanti testi di accusa e parte civile riferire in aula davanti al giudice Enzo Rosina. Tra questi alcuni amici delle parti in causa che, in sede di audizione, hanno confermato gli episodi addebitati all’imputato. Prossima udienza il 18 maggio.