Comune, finito il tempo delle “vacche grasse”

MANTOVA Venti giorni di maratonina nelle commissioni consiliari per ragionare sul bilancio previsionale 2025, utili se non altro a chiarire almeno due punti: a fronte dei tagli governativi ai trasferimenti verso gli enti locali, il Comune retto da Mattia Palazzi non taglierà sui servizi; taglierà invece sulla spesa corrente, ove possibile, e pure sugli investimenti a prestito. Se ne conclude che il tempo biblico delle “vacche grasse” parrebbe essersi esaurito.
Una forma di “austerity” che non ci voleva, proprio mentre la città sembra avere trovato la giusta rampa di lancio turistica. La permanenza di visitatori rimane mediamente all’1,7 notti, ma i numeri del 2024 sono comunque alti; i più alti di sempre: dati censiti al 2023, e dunque in difetto sull’anno in corso, dicono 135.075 arrivi (+10,3%, di cui il 15,66% straniero), e 232.906 presenze (+8,93%, di cui 19,92% composto di stranieri). Dati utili a ossigenare le finanze di via Roma, che ha raddoppiato la tassa di soggiorno e la tariffa di sosta sui bus; ma a fronte di questa maggiore attrattiva avremo inversamente un calo di investimenti in attrattività, specie nel settore cultura, già calato quest’anno di 400mila euro rispetto al ’23, e ora ulteriormente ridotto di un quarto, secondo le anticipazioni dell’assessore alla partita Giovanni Buvoli. La sola voce dei concerti subirà uno sfalcio sui contributi di 50mila euro.
Caleranno i centri di spesa più grossi che nel 2024 assegnavano al Festival 354mila euro, 187mila a eventi teatrali, 48mila alle piccole rassegne 61mila alle istituzioni culturali, né le rassegne musicali estive andranno oltre i 400mila euro, o 240mila gli eventi di Capodanno, o 150mila gli eventi del Campo canoa.
Soprattutto è chiaro che, causa prima l’aumento dei tassi, il Comune non farà più ricorso al prestito, la cui previsione di aumento sui mutui in essere è già di circa mezzo milione all’anno, e per il prossimo triennio non sono previste ulteriori gravosissime accensioni.