L’Albania premia Petrit Kozeli: ”Ambasciatore della nazione!”

MANTOVA Un Festivaletteratura dedicato all’Albania non poteva far mancare le alte presenze istituzionali dello stato balcanico in città. Che però non hanno mancato di fare tappa nel posto che più di ogni altro ha fatto parlare dell’Albania a Mantova: la bottega di  Petrit Kozeli, il calzolaio di via Orefici che oltre ai cavalierati nazionali e della Santa Sede, adesso si vede riconosciuto anche il titolo di ambasciatore. A consegnarglielo sono state il ministro della cultura albanese in persona, Elva Margariti, affiancata dall’ambasciatrice albanese in Italia Anila Bitri

L’attestato recita: «Al nostro orgoglio mantovano, cavaliere-ufficiale della Repubblica italiana e commendatore della Santa Sede, oggi nel giorno dell’apertura del Festivaletteratura quest’anno dedicato all’Albania, conferiamo a Petrit Kozeli il premio che il Consiglio dei Ministri dell’Albania gli ha conferito: “ambasciatore della nazione”».
Kozeli, in questi anni, si è distinto nello svolgere instancabilmente il ruolo da mediatore culturale, in aiuto dei suoi connazionali ma anche in aiuto delle Istituzioni albanesi; cosa che lo ha fatto a diventare un vero ambasciatore.
Il calzolaio mantovano e il fotografo albanese è diventato un “ponte di pace” per tutti i popoli nel mondo, dopo aver fatto un’azione da lui stesso denominata “cammino di pace”: parliamo delle scarpe da lui realizzate con i colori la bandiera italiana donate al presidente della Repubblica, e quelle con impressa la bandiera albanese donate a papa Francesco – le cui copie sono esposte nella vetrina del suo negozio. Dunque, non “scarpe”, in senso stretto, ma «espressione perfetta di un cammino insieme dei popoli verso la pace».
Kozeli, simbolo di integrazione perfetta nel nostro paese e simbolo della pace nel mondo considera questo ultimo riconoscimento come «la certezza» che il governo della sua nazione sta vicino a tutti connazionali nel mondo, e «premia tutti coloro che con dignità e onestà si integrano nei nuovi paesi facendo vedere la parte sana e bella dell’Albania». Ma con modestia: Petrit non si sente per nulla protagonista, ma «uno strumento di valori».