MANTOVA Sarebbe fin troppo facile sostenere che il sindaco uscente Mattia Palazzi trova nel concertone in piazza della notte di San Silvestro una buona occasione per ricordare, di lì a pochi mesi, quando si andrà a votare, che ha voluto predisporre ai suoi amministrati un Capodanno col botto. In verità, Palazzi ha sempre agito così da quando è al governo della città. E anche sul versante musicale, gli artisti scelti per questo suo ultimo Capodanno da sindaco (salva la rielezione, ovviamente) va perfettamente in linea con le esperienze precedenti, sia per costo che per target degli artisti.
Pressoché sistematicamente il festone di passaggio dal vecchio al nuovo anno ha visto per le casse di via Roma un impegno di spesa che passava allegramente i 100mila euro. Ma non è una novità: artisti che normalmente richiedono cachet di 20 o 30mila euro, per i veglioni di capodanno in piazza raddoppiano o triplicano la posta. Prendere o lasciare.
Non stupisce pertanto che la giunta del sindaco abbia anche quest’anno scelto di stare nella fascia medio-alta rispetto alle offerte pervenute in Comune dalle varie agenzie specializzate in eventi musicali. Partendo da una base di 13mila euro più Iva (offerta minima per uno spettacolo di danze e musiche scenografiche)si arriva a un massimo di 160mila più Iva per l’esibizione di Mario Biondi, il “Barry White made in Italy”, corroborata dagli intrattenimenti disco dei dj di Radio Bruno. L’amministrazione ha optato per il “medio del massimo” – si passi l’espressione –: il concerto dei Subsonica, 130mila euro più Iva con la formula “chiavi in mano”, prima delle due proposte messe sul piatto dalla Shining Production, società già vincente nei programmi spettacolistici di fine anno e di altri concerti estivi portati in piazza dal sindaco.
Nulla da ridire sulla caratura del gruppo, tornato a riunirsi lo scorso anno dopo anni di scioglimento e di scarsi riscontri solistici. A maggior ragione in questi mesi, dove il frontman del gruppo Samuel spopola in notorietà come giudice della fortunata trasmissione “X Factor”. Musica dei primi anni 2000, per intenderci.
Forse più coinvolgente, si potrebbe forse dire, la proposta che avrebbe messo sul palco tre degli artisti, a scelta, fra Sandy Marton, Alan Sorrenti, Santa Esmeralda, Adriano Pappalardo, Ice Mc, La Bionda, Tracy Spencer, Via Verdi e Alberto Camerini. Musica a scavalco fra anni ’70 e ’80, ma a tutt’oggi oggetto di repêchage e di cover. E a questo punto non può tuttavia non scattare una analitica valutazione di merito.
Indubbiamente la scelta caduta sui Subsonica si pone in linea con quelle dei precedenti anni ( Max Gazzè e Negrita), ma altrettanto senza dubbio corre d’obbligo considerare strategica la scelta di un gruppo giovane, ma non più giovanissimo, e sicuramente fuori dal registro dei giovanissimi, almeno quanto da quello dei più maturi.
La musica d’impatto sui giovanissimi esce dal melos tradizionale, sposando sonorità metalliche e linguaggio repparolo; quella dei non più giovani guarda ad altre epopee melodiche. Insomma, a chi interessano gli artisti emersi tra la fine degli anni ’90 e i primi 2000 sono proprio quei giovani usciti già dai trent’anni o avviati oggi ai 40. Guardacaso, proprio quelli su cui si compie l’investimento politico di Palazzi: i giovanissimi, o non votano ancora, o votano Lega. Sui diversamente giovani c’è poco da investire: quelli in genere sanno già cosa votare – e in buona parte, il sindaco lo sa, sono elettorato già suo.
Resta appunto quella fascia media sulla quale anche i gruppi di vent’anni fa possono esercitare un valido argomento di seduzione. Accontentati.