MANTOVA – Poco più di ventuno anni complessivi di reclusione. Questa la richiesta detentiva avanzata ieri pomeriggio dal pubblico ministero Lucia Lombardo nei confronti dei quattro giovani ritenuti responsabili in concorso dello stupro perpetrato ai danni di una 22enne veronese il 23 giugno 2019 all’esterno della discoteca Mascara. Davanti al giudice per l’udienza preliminare Beatrice Bergamasco sono quindi comparsi gli stessi imputati chiamati a difendersi dall’accusa di violenza sessuale di gruppo: si tratta di Nicola Benigno, 22enne calabrese ma domiciliato a Cadelbosco di Sopra, Alex Benigno 20enne di Cutro, Salvatore Gaetano, 21enne anch’egli di Cutro, e Raffaele Iembo, 23enne nato a Crotone ma residente a Gussola, in provincia di Cremona. Lo scorso settembre il gup, a scioglimento della riserva, aveva disposto nei loro confronti il rito abbreviato secco, rigettando invece la richiesta delle difese di avvalersi del medesimo rito ma condizionato all’escussione della persona offesa, questa costituitasi parte civile assieme al padre. Dopo un’ora di requisitoria il pm ha dunque chiesto 5 anni e 6 mesi a carico di Nicola Benigno, 5 anni e 4 mesi per Alex Benigno e Salvatore Gaetano e infine 5 anni e 2 mesi per Raffaele Iembo, l’unico dei quattro a non rendere dichiarazioni spontanee circa la ricusazione di ogni responsabilità a loro addebitata. Così come di piena assoluzione si è argomentato nelle arringhe difensive degli avvocati Federico De Belvis, Francesca Basco e Luigi Colacino. Per la parte civile invece la richiesta risarcitoria rivendicata è constata in 140mila euro totali, 100mila in favore della presunta vittima e 40mila al padre. Il prossimo 22 dicembre si procederà quindi per repliche e sentenza. Stando alle ricostruzioni investigative Nicola Benigno accampando la scusa di voler accompagnare a casa la presunta vittima l’avrebbe in realtà costretta a subire un rapporto completo non protetto, mentre gli altri del branco attendevano di subentrargli. Terminata la violenza la giovane sarebbe stata caricata in auto e quindi abusata di nuovo durante il tragitto prima di venire abbandonata alle 5 del mattino nei pressi di Bonferraro