MANTOVA Aveva scelto non uno scudo araldico, ma uno stendardo rinascimentale per farvi campeggiare il suo nome, e in questo Angelo Bottoli, scomparso ieri a 92 anni, aveva recepito in pieno una vocazione antica della mantovanità panificatrice, se solo si considera che nel 1608 la città censiva ben 32 forni dislocati in tutte le sue contrade. Era il modo migliore per battezzare come “copia” (parola capìta solo a Mantova) ciò che in tutto il resto d’Italia viene chiamata “pagnotta”. E che cos’è la “copia” in fondo, se non la parola che esprime l’abbondanza?
Per Angelo Bottoli, che veniva da una lunga tradizione familiare di panificatori, proprio questo simbolo della vita che vince la fame e il bisogno divenne nel 1959 il punto di partenza per fare di un’attività artigianale una più ambiziosa macchina imprenditoriale. Quello stesso forno che univa la sapienza della tradizione adeguandosi nondimeno in continuazione alle continue richieste di novità del mercato in una recensione del suo stabilimento di Dosso del Corso si meritò la nomea di “forno del Paradiso”. E ad attribuirgliela non fu un’istituzione “stellata”, ma molto meno e molto più allo stesso tempo: fu infatti un semplice compaesano che con quelle parole descriveva il piacere di passare davanti alla sua fabbrica mentre venivano sfornate e confezionate le sue leggendarie schiacciatine.
Già, le schiacciatine di Angelo Bottoli… Almeno quattro generazioni di mantovani (ma chissà quanti anche fuori dai nostri confini!) sono cresciuti con quei sacchetti da consumarsi nell’ora della ricreazione o della merenda. Un successo che addirittura associa la schiacciatina confezionata al brand “Bottoli” ormai come una sorta di antonomasia.
Ma mai Angelo Bottoli si è seduto sugli allori, e lo dimostra la varietà della sua produzione che spazia dal pane in tutte le sue declinazioni, alla prestigiosa pasticceria forte di riconoscimenti e riscontri, anche per le varianti elaborate sempre all’insegna della passione: torta tenerina, sbrisolona cacao e nocciole, torta ai mirtilli rossi e fiocchi d’avena… Tradizione insomma, ma sempre con un tocco di modernità.
«Sono un uomo fortunato», ebbe a dire Bottoli in un’intervista di alcuni anni fa. Ma la fortuna, si sa, aiuta gli audaci, e la sua vita imprenditoriale non cessò mai di rigettare i guanti di sfida al mercato, che lo portarono a fatturare oltre 8 milioni l’anno, e addirittura a entrare nel guiness dei primati con la storica sbrisolona di 100 metri, la più lunga del mondo, realizzata in piazza Sordello in quel memorabile 29 aprile 2018.








































