Ciclismo – Lodi: “Senza un protocollo sanitario non si parte”

MANTOVA «La situazione è molto complicata e richiede la massima attenzione prima di valutare un avvio della stagione; al momento le gare sono sospese sino al 31 luglio».
Parte da questo presupposto la riflessione compiuta dal consigliere Fci nazionale, Corrado Lodi, in merito all’ipotesi di un ritorno alle gare di ciclismo ad inizio agosto. L’intervista è stata rilasciata prima delle disposizioni previste dal nuovo dpcm di Conte annunciato ieri in tarda serata. «Molteplici sono gli elementi che andranno valutati – afferma il dirigente nazionale – L’obiettivo primario è quello di tutelare la salute di tutte le persone. Da questo si parte per arrivare a dare il via libera. Non sono pessimista, si badi bene, ma ritengo che sino a quando non sarà emanato dagli organi competenti un protocollo sanitario da seguire per allestire una manifestazione agonistica, sarà difficile parlare di date. Inoltre non bisogna sottovalutare, che nell’organizzazione di una gara intervengono elementi come: i permessi della Prefettura, della Provincia e dei Comuni, la presenza sul tracciato di almeno 2 ambulanze e via di questo passo che non so ad oggi quanto sia scontato che vengano concessi».
Riguardo agli allenamenti individuali da parte degli atleti, questo è forse un elemento che va nella direzione auspicata?
«Questo aspetto lo reputo secondario. La Regione Friuli, ad esempio, con una propria ordinanza ha già dato l’ok poche ore fa per gli allenamenti su strada individuali all’interno del singolo comune, ma si tratta di una situazione isolata. Noi dobbiamo operare, invece, con una visione globale e non parziale. Inoltre se ciò sarà possibile per il professionista, per il dilettante, lo juniores o l’amatore, chi si assumerà la responsabilità di far fare l’allenamento su strada in solitaria a giovani come gli esordienti o gli allievi che sono minorenni? Considero questo un problema non di poco conto. Comunque stiamo attendendo l’arrivo delle indicazioni per lo sport in generale da parte degli organismi competenti e solo dopo si potrà comprendere quanti spazi vi siano per parlare di competizioni quest’anno. Dal mio punto di vista non sarei contrario ad un rimando totale al prossimo anno, lasciando i mesi a venire liberi perché gli atleti si possano riportare ai livelli di preparazione più congeniali e alle società di potersi riorganizzare per una nuova programmazione tecnica e finanziaria».
Congelando la stagione 2020, come s’intende affrontare il tema dei passaggi di categoria?
«Anche questo è un argomento che stiamo valutando. C’è chi come il ct delle nazionali, Davide Cassani, propone di far slittare di un anno tutte le categorie giovanili. Ipotesi plausibile, ma bisogna che venga a coniugarsi con quelle internazionali, juniores e under 23, che sono uguali in tutti gli stati e vengono quindi gestite dall’Uci. Vediamo come si potrà agire».