MANTOVA Era appena scesa dal treno quando, all’uscita del sottopasso della stazione, era stata avvicinata da un giovane straniero che senza proferire parola l’aveva dapprima avvinghiata e poi palpeggiata. La ragazza, comprensibilmente terrorizzata, si era quindi d’impeto messa ad urlare attirando su di sé l’attenzione di un altro pendolare il quale, accorso immediatamente in suo aiuto, era riuscito a mettere in fuga l’aggressore. Per questa vicenda, occorsa a Ostiglia il 30 marzo 2017, era quindi finito a processo con l’accusa di violenza sessuale aggravata A.A., un cittadino marocchino, oggi poco più che quarantenne. In tale circostanza sia l’uomo, senza fissa dimora e attualmente detenuto per altra causa nella casa circondariale di Cremona, che la vittima, all’epoca nemmeno 16enne, erano arrivati alla stazione ferroviaria di Ostiglia attorno alle 22.30, a bordo dell’ultimo convoglio di giornata della tratta Bologna-Verona. Scesi entrambi dalla carrozza si erano dunque diretti verso l’uscita ma prendendo ognuno direzioni diverse. Imboccato il sottopasso la minorenne, di origine moldava, si era così incamminata verso via Pertini in attesa che la madre venisse a prenderla. Ma prima di sbucare fuori dalla stazione era stata raggiunta e assalita alle spalle dal trentenne magrebino che con gesto repentino le aveva cinto la braccia ai fianchi per bloccarla e contestualmente prendendo a toccarla su seni e parti intime. Solo il tempestivo arrivo dell’altro viaggiatore aveva fatto desistere dal proprio intento criminoso il molestato che vistosi scoperto aveva quindi optato per allontanarsi in tutta fretta benché, come poi confermato da testimonianze e telecamere, zoppicante. Ad individuarlo infatti, una manciata di giorni dopo, a seguito di denuncia presentata dallo stesso soggetto intervenuto in soccorso della minore, era stata la Polfer, che dopo aver ispezionato alcuni caselli ferroviari dismessi in zona lo avevano infine scovato rintanato in uno di questi non lontano dalla statale Abetone Brennero. Nei suoi confronti era così scattata una doppia denuncia per violenza sessuale e invasione di terreni. Ieri, al termine del processo a lui instaurato l’imputato, difeso dall’avvocato Alessio Ferrari, è stato condannato a 2 anni e 6 mesi contro i 6 chiesti dal pm in requisitoria oltre all’immediata sua espulsione a pena espiata.