MANTOVA – Con calma, senza fretta. Sembra questo l’adagio (in tutti i sensi) che il capogruppo azzurro Pier Luigi Baschieri ha ritagliato sulla condotta operativa dell’amministrazione comunale. Alla quale non disconosce il numero di cantieri avviati nella precedente legislatura, e alla quale concede pure i benefici delle attenuanti generiche per i rallentamenti imposti dalla pandemia. Ma non è tutto da ricondurre agli stop forzati delle misure precauzionali e ai lockdown governativi.
«Il caso più manifesto è quello del Palazzo del Podestà – sottolinea Baschieri –, dove non si riesce a vedere una fine dei lavori né ancora un’ipotesi del futuro utilizzo. Sì, finora abbiamo visto la rimozione di molte impalcature, ma il resto?».
Spostandosi dal centro alla periferia, Baschieri punta il dito anche su Mantova Hub, il mega-progetto di recupero di Fiera-Catena: «Il sindaco ha annunciato la fine delle opere nella ex ceramica per l’autunno, e ha anche vinto un bando per risolvere il nodo dell’antico cimitero ebraico. Ma lo stato di avanzamento dei lavori nel futuro plesso dell’Istituto “Mantegna” sembra fermo al 10% del cantiere, mentre degli interventi per l’ex cimitero non sembra esserci nemmeno il progetto».
Per altri cantieri le attenuanti sono meno generiche: «Ho visitato la Rocca di Sparafucile, il futuro infopoint alle porte della città, ma i 2,3 milioni a bilancio per finirla sono slittati al 2023, e allo stato vedo rifatte solo le facciate. Dentro solo macerie, conclude Baschieri.