Il 25 novembre è la giornata internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne. Tale data è stata fissata dall’Assemblea Generale delle Nazioni Unite, riallacciandosi all’episodio verificatosi il 25 novembre 1960 nella Repubblica Domenicana, dove 3 attiviste politiche furono stuprate, torturate e poi barbaramente uccise.
Nel linguaggio dei simboli, le scarpe indicano il vuoto lasciato dalla perdita di una donna, mentre la panchina rossa si allaccia ad un progetto di sensibilizzazione contro tali violenze e femminicidi.
“Qualsiasi atto di violenza di genere che si traduca o possa provocare danni o sofferenze fisiche, sessuali o psicologiche alle donne, comprese le minacce di tali atti, la coercizione o la privazione arbitraria della libertà, sia che avvengano nella vita pubblica che in quella privata”: è quanto è scritto nella risoluzione 54/134 del 17/12/1999 delle Nazioni Unite.
In una società civile abbiamo l’obbligo morale, oltre che giuridico, di adottare tutte le misure volte a prevenire ed eliminare tutte le forme di discriminazione, specie per le donne maggiormente vulnerabili.
L’Arma dei Carabinieri è da sempre vicina alle donne. Numerose sono le campagne di comunicazione e responsabilizzazione promosse per prevenire le violenze di genere e mirate a rafforzare la consapevolezza e l’impegno sul delicato tema. I Carabinieri tutelano da sempre le fasce più deboli, gli anziani ed i bambini, ma c’è molta attenzione anche sulle donne, dalla singola azione violenta al femminicidio. Spesso la donna, vittima di violenza, ha paura di denunciare tali episodi, un po’ per timore, un po’ per vergogna. La diffusione di materiale informativo, di locandine e video sui principali canali social dell’Arma, oltre alle numerose interviste di Carabinieri particolarmente impegnati nella specifica attività, rappresentano strumenti utili ad incoraggiare le vittime affinché denuncino ciò che subiscono. In tale prospettiva, sono stati realizzati uno spot con la partecipazione del famoso presentatore televisivo Carlo Conti, nonché videomessaggio a cura di personale dell’Arma, che invitano le donne a “fare il primo passo”, evidenziando l’esistenza, a sostegno delle vittime, di misure di natura legale, nonché di supporto psicologico, lavorativo ed economico.
Un altro pilastro della campagna è il coinvolgimento delle scuole e delle comunità. In molti comuni i Carabinieri hanno organizzato incontri informativi per sensibilizzare i giovani sul delicato tema e per promuovere una rinnovata concezione di donna, che ne rispetti la dignità, valorizzandone le risorse, così superando in definitiva quel retaggio culturale che l’ha vista storicamente in posizione di disuguaglianza.
Il Comando Provinciale Carabinieri di Mantova, nella giornata del 25 novembre, ha illuminato lo stabile adibito a caserma con un fascio di luce arancione, simbolo di vicinanza e di lotta contro la violenza di genere, in adesione alla campagna internazionale “Orange the world” come segno tangibile dell’assoluta attenzione ed impegno dell’Arma in questo settore.
Per contrastare questa piaga, l’Arma dei Carabinieri si è dotata di vari strumenti, il primo dei quali è la Sezione Atti Persecutori inserito nel Raggruppamento Carabinieri Investigazioni Scientifiche. Questa sezione svolge attività di studio ed analisi dei fenomeni, elaborando valutazioni sui “fattori di rischio” in favore dei reparti operanti, e programmi di formazione del personale. Tra i progetti più importanti troviamo il “prontuario operativo”, un documento riepilogativo delle migliori pratiche adottate nella gestione della crisi, aggiornato con le ultime novità legislative relative al “codice rosso”.
Dal 2014 l’Arma dei Carabinieri si è dotata di una “Rete nazionale di monitoraggio sul fenomeno della violenza di genere”, costituita da ufficiali di polizia giudiziaria (Marescialli e Brigadieri) con una formazione certificata nello specifico settore. Essi fungono da punti di riferimento per il personale dei Reparti sul territorio nello sviluppo di indagini, e sono elementi di raccordo, a livello centrale, con la Sezione Atti Persecutori per un più compiuto apprezzamento dei casi. La loro preparazione è assicurata da specifici corsi.
Oltre al personale dell’Arma debitamente formato e oltre ai Reparti dedicati, il primo sportello di ascolto per le vittime sono le Stazioni Carabinieri, fulcro dell’Istituzione, capillarmente diffuse su tutto il territorio nazionale, che assicurano tempestivi interventi.
Nell’ambito delle collaborazioni interistituzionali, l’Arma dei Carabinieri partecipa a numerose intese siglate tra Procure della Repubblica, Prefetture, Forze di Polizia, Aziende Sanitarie, Ospedali, Centri antiviolenza e associazioni onlus. Tra queste, il progetto denominato “Una stanza tutta per sè” che, a partire dal 2015, grazie alla preziosa collaborazione di Soroptimist International d’Italia, ha consentito di allestire, presso le caserme dell’Arma, circa 200 stanze dotate di strumenti tecnologici utili per l’ascolto delle vittime di violenza domestica e di genere, e la verbalizzazione di denunce in un contesto dedicato ed assolutamente riservato, in grado di trasmettere una sensazione di accoglienza ed attenzione per le sofferenze subite. A tal fine sono state definite le linee guida per l’arredo dei locali, che tengano conto della psicologia dei colori e delle immagini.
L’impegno dell’Arma dei Carabinieri è quello di garantire la sicurezza delle donne e prevenire situazioni che possono degenerare, presentando particolare attenzione ai cosiddetti “reati spia”, ovvero a quei delitti come gli atti persecutori, i maltrattamenti contro familiari e conviventi e le violenze sessuali, spesso precursori di epiloghi tragici e fatali per le vittime. I delitti perseguiti dall’Arma con riferimento al “Codice Rosso” sono passati da 54.062 nel 2022 a 55.374 nel 2023. Solamente nei primi dieci mesi del 2024, i Carabinieri hanno perseguito a livello nazionale ben 46.317 reati nell’ambito del “Codice Rosso”.
Sul piano investigativo – repressivo, l’attività di contrasto condotta dall’Arma è risultata particolarmente significativa. Per quanto attiene al “Codice Rosso”, nel 2023 ben 7.644 persone sono state tratte in arresto, rispetto ai 7.111 arresti del 2022. Nei primi dieci mesi del corrente anno gli arresti sono stati 7.928.
Rivolgendo lo sguardo al futuro, l’Arma intende confermare il proprio contributo nella prevenzione e nel contrasto del fenomeno in questione, ben consapevole delle difficoltà di intercettare in anticipo, a differenza di molte altre fattispecie di reato, i singoli episodi delittuosi, posto che si manifestano nella loro gravità e vengono denunciati dopo molto tempo rispetto all’inizio delle condotte vessatorie, in una fase già critica per l’integrità fisica e la sicurezza delle vittime.
Quello della violenza di genere è un grave fenomeno di natura culturale e sociale, contro il quale le sole misure restrittive non bastano, dovendosi, invece, ritenere imprescindibile, un processo evolutivo della componente antropologica che vada di pari passo con il mutevole e rapido cambiamento della società.
Sul sito www.carabinieri.it è stata dedicata un’intera sezione al “Codice Rosso”, che offre informazioni sul fenomeno e sugli strumenti di tutela delle vittime, mettendo a disposizione un test di autovalutazione denominato “violenzametro”, che rileva il livello di violenza subita in un rapporto di coppia.
Denunciare. Questo è l’appello che oggi i Carabinieri fanno alle donne vittime di violenza. Subire vessazioni o comportamenti violenti, dalla minaccia all’azione fisica, è un reato. I Carabinieri, grazie anche a numerosi corsi svolti negli istituti di formazione, sono in grado di ascoltare, consigliare, per poi agire. Denunciare un fatto è anche un senso di civiltà oltre che una forma prevenzione: ciò che sta subendo una vittima potrebbe non subirlo un’altra potenziale vittima. Denunciare è un dovere anche morale. Per evitare che determinati comportamenti possano portare a conseguenze più gravi, i Carabinieri suggeriscono di denunciare tempestivamente qualsiasi episodio relativo alle violenze di genere.