MANTOVA – La loro relazione sentimentale era durata poco più di tre anni finita la quale, per lei, erano iniziati i tormenti da parte dell’ex compagno. A finire sul banco degli imputati per l’ipotesi di stalking, un cinquantenne italiano dell’Alto Mantovano. I fatti a lui ascritti, per i quali era finito in carcere dopo aver violato il divieto di avvicinamento alla vittima nonostante altresì l’applicazione del braccialetto elettronico, risalivano nello specifico al periodo tra il 2023 e il 2024 quando, a causa della rottura del rapporto di convivenza, aveva preso a molestare a più riprese e a vario titolo la ex, costituitasi parte civile al processo e già escussa in apertura d’istruttoria innanzi al giudice Raffaella Bizzarro. Una vicenda, stando precipuamente a quanto raccontato dalla persona offesa, afferente molestie, pedinamenti, lettere minatorie nonché alcuni episodi di danneggiamento. Come quelli perpetrati dall’uomo contro le auto della donna e del figlio. Nel primo caso, imbrattando completamente la vettura con una bomboletta spray fucsia, nel secondo rompendo specchietti retrovisori e tergicristalli. Un’escalation culminata quindi con diverse missive, a carattere offensivo e ingiurioso, da lui lasciate nella cassetta della posta dell’abitazione della donna. Circostanze che l’avevano spinta, esasperata e terrorizzata, a denunciarlo più volte ai carabinieri fino all’attivazione del codice rosso. Lo scorso dicembre, a conclusione della fase dibattimentale, era quindi arrivata la richiesta di condanna a 3 anni da parte del pubblico ministero. Istanza fissata invece ieri dalla sentenza in 2 anni di reclusione da scontarsi in regime di custodia domiciliare nei locali di una parrocchia dove ha trovato ospitalità.