MANTOVA Una mazzata da circa 800mila euro, più oneri vari. È questo quanto toccherà al Comune di sborsare in seguito alla sentenza emessa dalla corte di appello di Brescia che ha accolto le ragioni dello Studio tecnico associato Pellegrin di Roma; il quale aveva citato l’ente di via Roma nel 2016 in relazione al mancato pagamento del saldo delle proprie competenze per un’opera commissionata ma mai realizzata: il nuovo palazzo di giustizia, che avrebbe dovuto sorgere sul rudere della ex ceramica di Fiera Catena.
Non una parcella intera, ma solo il saldo, dato che nel corso dei mandati precedenti tutti gli amministratori si erano adoperati per sanare il consistente conto presentato dai tecnici per un lavoro che già alla fine degli anni ’90 sembrava avviato sul viale del tramonto. Quel mega-progetto da quasi 20 miliardi di ex lire, assegnato nel mandato amministrativo di Burchiellaro, avrebbe lasciato il posto, dapprima a una “cittadella dei servizi” (anch’essa mai realizzata) avanzata dalla giunta Sodano, e quindi all’altrettanto mega-progetto di Mantova Hub, in fase di realizzazione.
Ma lo studio professionale romano, quelle carte progettuali le realizzò a prescindere. E pertanto ne ha presentato il conto, dapprima a Sodano, poi a Mattia Palazzi, che si è trovato l’onerosa eredità. La sentenza dei giudici bresciani emessa il 25 novembre scorso chiama adesso via Roma a metter mano al libretto degli assegni. Soldi previsti in un fondo spese speciale, ma comunque sprecati, per un’opera mai realizzata.