Tecnofer, timida apertura per gli ammortizzatori sociali

OSTIGLIA Un passo avanti? Seppur molto timido ma c’è stato: anche se la preoccupazione sulle sorti della Tecnofer di Ostiglia – e soprattutto dei suoi dipendenti, ottanta in tutto contando anche quelli della sede distaccata di Calto, anch’essa a rischio chiusura – resta alta, l’incontro di ieri tra i rappresentanti dell’azienda e la delegazione sindacale (guidata da  Marco Massari e  Cristina Beduschi di Fiom-Cgil, e  Stefano Bridi di Fim-Cisl) autorizza, se non un timido ottimismo, almeno di potere avviare un percorso di maggiore tutela per gli interessi dei lavoratori.
Uno degli aspetti che hanno maggiormente colpito in positivo i sindacati risiede nel fatto che, pur essendo arrivata alle parti sociali la comunicazione della messa in mobilità di 80 lavoratori, ieri non si è parlato di licenziamenti ma si è assistito a una timida apertura da parte dell’azienda nei confronti del ricorso agli ammortizzatori sociali. Un piccolo passo avanti dunque, rispetto alla chiusura che era stata palesata alcuni giorni fa e di fronte alla quale i sindacati hanno ribadito la necessità della cassa integrazione sia per dare una maggiore tutela ai lavoratori ma anche per consentire all’azienda di potersi muovere con maggiore agio verso quel tentativo di cessione che garantirebbe la continuità produttiva al sito. Permane però come termine ultimo ancora la data del 31 gennaio così come la decisione dei sindacati di decidere, volta per volta, quale strategia adottare per portare avanti lo stato di agitazione.