MANTOVA Uno lo avevano colto sul fatto e arrestato. I suoi due complici invece l’hanno fatta franca per sei anni, fino a quando gli agenti della Scientifica della Questura di Mantova sono riusciti a dare loro un nome. Un altro malvivente, invece, è rimasto senza nome per quasi sette anni prima di essere a sua volta smascherato dalla Scientifica. Si chiamano Cold Case, come una celebre serie televisiva, questi due casi recentemente risolti dagli esperti della Scientifica della Polizia di Stato, Csi Mantova, tanto per rimanere in ambito di serie televisive. I due casi sopraccitati sono riferiti agli autori di un furto con spaccata in un negozio di telefonia avvenuto a Mantova nel febbraio 2013: uno è stato identificato grazie al Dna e l’altro tramite impronte digitali. Il furto più vecchio, invece, era stato messo a segno nel luglio 2012 davanti a un locale notturno, dove il ladro aveva fatto una spaccata su un’auto per rubare un’autoradio, ed è stato identificato sempre grazie all’esame delle impronte digitali. Si tratta di due casi che sono stati presi come modello per presentare l’attività della Scientifica durante un incontro con la stampa che si è tenuto oggi in Questura.
Anche nella realtà investigativa di Mantova, infatti, il contributo tecnico della Polizia Scientifica si rivela fondamentale per l’analisi della scena del crimine, la definizione dei reati commessi e l’identificazione dei colpevoli. La costante riqualificazione professionale degli operatori e l’utilizzo delle nuove tecnologie strumentali aggiungono, alle indagini “vecchio stile”, opportunità decisamente più moderne e un immediato riscontro probatorio.
Le nuove procedure, strettamente connesse con le banche-dati di recente progettazione, consentono di cristallizzare gli scenari operativi e di trarne informazioni in tempo reale. Ora è diventato possibile, riprocessando digitalmente le informazioni, decifrare anche vecchi enigmi mai risolti nel tempo.
Gli evoluti sistemi “Data”, in riferimento all’identificazione facciale (S.A.R.I. ), all’identificazione attraverso impronte digitali e palmari (A.F.I.S.) e all’identificazione del profilo bio-genetico (D.N.A.), rappresentano gli strumenti informatizzati di ricerca e analisi in grado di vagliare le nuove prospettive investigative e di compenetrarle ai tradizionali “Archivi” di Polizia.
Proprio a Mantova, pochi giorni fa, il Personale della Polizia Scientifica, attraverso il corretto utilizzo di queste innovative tecnologie per l’analisi di frammenti di impronte papillari, ha potuto riaprire alcuni casi non ancora risolti e identificarne gli autori. Sempre a Mantova la Scientifica dispone di un operatore con la qualifica di “disegnatore anatomico”, il quale, in assenza di rilievi fotografici, può ricostruire le fattezze del soggetto da ricercare.
Oltre ai due casi riportati qui sopra, risalenti nel tempo, la comparazione delle impronte digitali rilevate sul luogo del crimine ha consentito di individuare gli autori di altri, più recenti episodi criminosi quali un furto in un negozio di gastronomia del centro cittadino (gennaio 2019); furti perpetrati all’interno di Istituti scolastici di Mantova (ottobre/dicembre 2018); furti all’interno della Asl di Mantova (novembre /dicembre 2018);
furto in un bar del centro cittadino (novembre 2018).
I risultati così ottenuti – anche a distanza di tempo – debbono costituire un incentivo ed uno stimolo per tutti i cittadini vittime di un reato a denunciarlo alle Forze di Polizia, nella prospettiva di una positiva definizione dei casi grazie alle nuove tecnologie a disposizione dell’investigazione scientifica.
Grazie ad un protocollo d’intesa tra l’Ospedale Fatebenefratelli di Milano ed il Ministero dell’Interno, sarà a breve disponibile per la Polizia Scientifica della Lombardia un laboratorio di genetica forense, creato presso quell’ospedale, ove sarà possibile estrarre il DNA da una traccia prelevata sulla scena del crimine e trovare a chi appartenga.