MANTOVA – Sono stati operati pochi giorni fa all’ospedale Carlo Poma due gemelli, entrambi affetti da distrofia muscolare: Fabio e Luca Toniolo, 35 anni, in arrivo dalla provincia di Venezia. I professionisti della Chirurgia Toracica e della Cardiologia hanno posizionato un defibrillatore che previene la morte improvvisa per arresto cardiaco. Un rischio previsto per la patologia di cui sono portatori.
“La famiglia si è rivolta a noi, perché in questo ambito il Carlo Poma è oggi un punto di riferimento per le casistiche più complesse e delicate, per i malati più fragili”, spiega il direttore della Chirurgia Toracica Andrea Droghetti, che negli ultimi anni ha sviluppato a Mantova trattamenti chirurgici mini-invasivi ultraspecializzati per lo scompenso cardiaco e appunto per la prevenzione di morte improvvisa. Il professionista ha infatti ideato una nuova tecnica di impianto, modificandola in modo decisivo rispetto alla sua versione originaria e riducendone l’invasività.
La tecnica consiste nell’impianto sottocutaneo di defibrillatore che sta facendo il giro del mondo, grazie all’impegno del medico nella stesura di articoli scientifici e nella formazione dei colleghi di altri centri. Ogni anno circa 50mila persone in Italia e oltre 350mila in Europa vengono colpite da arresto cardiaco improvviso: un’aritmia maligna che può avere esito letale se non si interviene con tempestività. Questa patologia colpisce anche i giovani, spesso durante lo svolgimento di attività sportive.
Proprio i gemelli operati sono sportivi e dopo un periodo di riabilitazione potranno tornare alla loro squadra di powerchair hokey, a Padova, campionato italiano. Fabio nel 2016 ha vinto una medaglia d’argento agli europei e nel 2018 l’oro ai mondiali: “Io gioco nel ruolo di portiere, Luca è difensore. Questo sport paralimpico si pratica in carrozzina ed è nato soprattutto per le persone con malattie neuromuscolari, ma è adattabile a tutte le disabilità. Con la formazione di Padova abbiamo collezionato uno scudetto, due coppe Italia e una supercoppa. Siamo forti. A settembre si torna in campo”.
L’intervento è stato eseguito, oltre che da Droghetti, dalla cardiologa Patrizia Pepi, responsabile dell’Elettrofisiologia del Poma.
L’evoluzione tecnologica ha portato alla disponibilità di defibrillatori sottocutanei impiantabili nella parete del torace, con il grande vantaggio di non entrare nel cuore, pur controllandolo perfettamente a distanza, in modo meno invasivo, ma altrettanto sicuro. Durante l’intervento il paziente è sveglio, senza più necessità di anestesia generale, in regime di day-hospital o ambulatoriale.
“Abbiamo trovato grande professionalità, disponibilità e gentilezza durante tutto il percorso. Stiamo bene, miglioriamo di giorno in giorno – spiegano i fratelli dopo l’intervento -. Ora trascorreremo una settimana in una clinica di Trento che tratta malattie neuromuscolari”.
Un periodo di fisioterapia e riposo. Poi il ritorno a casa. Sempre insieme, sottolinea Fabio, parlando anche a nome del fratello lì accanto: “Stesso sport, ma anche stessi studi, da periti informatici. Ora ci occupiamo di grafica pubblicitaria. Siamo affiatati, ci facciamo compagnia”: