MANTOVA – Sono una parte di ciò che resta dei piani attuativi dei primi anni duemila: stabili rimasti incompiuti e diventati covi di sbandati, ricettacoli di spaccini e sedi di bivacchi. Questo almeno secondo le denunce dei residenti dislocati fra Te Brunetti e Trincerone in riferimento alle “grandi incompiute” fra via Donati e via Stefani. Da qui la decisione di un’operazione congiunta coordinata dalla Questura che ha visto affiancare agli agenti di piazza Sordello i colleghi della Polizia locale e altre forze dell’ordine.
Nelle irruzioni sono stati accertati resti di bivacchi, come già tre anni fa a Ponte Rosso. Ma è a questo punto che anche il Comune ha deciso di ricorrere a provvedimenti drastici: «Tolleranza zero», dichiara l’assessore allo sportello unico Iacopo Rebecchi, titolare anche della delega alla sicurezza, che ha immediatamente provveduto a un sopralluogo e a inoltrare tre ordinanze ai soggetti proprietari di quegli immobili alla deriva, con recinzioni divelte e nessuna difesa.
I destinatari delle ordinanze anti-degrado per ripristinare le misure di sicurezza sono la Finedil spa (società in liquidazione), la Fimafin Srl di Manerbio (Brescia), e la Falcon General Contract srl di Gambara (Brescia). Tutte e tre avranno tempo 10 giorni per ottemperare alle misure prescritte, scaduti i quali interverrà il Comune stesso in sostituzione, ma a spese dei titolari. «Questi fenomeni di degrado vanno fermati sul nascere», conclude Rebecchi.