MANTOVA – Evasione di Imu e Ici: un bottino per l’amministrazione comunale quantificata in 6 milioni di euro. È quanto si andrà a votare, fra l’altro nelle sedute consiliari del 28 e 29 aprile prossimi, unitamente al consuntivo dell’esercizio 2024, che pone il bilancio del Comune in equilibrio, e anzi con un discreto attivo, se si considerino anche i circa 5 milioni di avanzo di amministrazione spendibili in opere, con buon margine per il settgore dei lavori pubblici. Ma da cosa dipendono questi nuovi e non previsti soldi arrivati nelle casse di via Roma rispetto al previsionale 2024?
L’Ufficio tributi ha visto un incremento di 300mila euro di Imu, che si attesta attorno ai 18 milioni di entrate, e con un recupero di evasione per circa 6 milioni di euro, mentre nella annata contabile 2023 era quantificata in 5 milioni.
Si consideri che dalla sola Imu ordinaria, l’imposta comunale sugli immobili, il Comune computa entrate per 18 milioni; ma quella accertata nel 2024 è stata addirittura di 6 milioni, contro i 5 del 2023.
L’attività di accertamento, nel solo ’24 ha emesso 2.114 avvisi di accertamento agli inadempienti, confidando sulle agevolazioni che da anni offrono la possibilità di rateizzare le debenze, come già fa l’Agenzia delle entrate. Molti cittadini, insomma, si sono auto-denunciati chiedendo la rateizzazione, alpunto che lo scorso anno sono stati 169 i piani di pagamento dilazionato approvati dall’ente.
«I nostri uffici tributarî – commenta il vicesindaco Giovanni Buvoli con delega al Bilancio – stanno lavorando bene anche su input dell’amministrazione. Visto che le entrate si tramutano in servizi, è giusto per equità che ci sia una regolarizzazione anche per chi non ha pagato in precedenza, senza distiguere fra chi voleva occultare o chi si trovava nella impossibilità di pagare per difficoltà. Da tempo noi diamo la possibilità di dilazionare il debito sino a 5 anni, e questa disponibilità ha dato sinora risultati positivi».
Contabilmente parlando, insomma, gli accertamenti hanno portato nelle casse di via Roma un ulteriore “tesoretto” di 6 milioni. Nei successivi bilanci si vedrà se siano soldi veri o crediti di dubbia esigibilità.






































