MANTOVA Aveva molestato l’ex convivente per mesi tanto che a suo carico era stato emesso anche un formale ammonimento del questore. Incurante di tale provvedimento l’uomo aveva perseverato nella sua condotta persecutoria: pedinamenti e appostamenti sotto casa, continue telefonate, pressanti richieste d’incontri, il tutto condito da pesanti minacce. Una situazione di costante pericolo quella vissuta per diverso tempo dalla sua vittima cui per fortuna due anni fa avevano messo fine gli agenti della Polizia di Stato. In manette per il reato di stalking era così finito A.P., cinquantenne italiano residente nel capoluogo. Nei suoi confronti gli agenti avevano dato esecuzione alla misura cautelare della custodia in carcere, a conclusione delle indagini coordinate dalla procura virgiliana. L’uomo inoltre era stato già arrestato una prima volta e sempre per atti persecutori e maltrattamenti perpetrati nei confronti dell’ex. Evidentemente non pago l’uomo nell’ultima circostanza si era presentato ancora una volta a casa della ex armato delle peggiori intenzioni. Una volta raggiunta l’abitazione della vittima, anch’ella residente in città, i poliziotti lo avevano bloccato. Accertato che il 49enne aveva violato le disposizioni di legge ed in particolare l’ammonimento del questore, era stato trasferito in carcere. Ieri mattina davanti al giudice Giovanna Camillo è proseguito il processo instaurato a suo carico sempre per fatti analoghi risalenti stavolta al 2014 con l’audizione di quattro testimoni della pubblica accusa i quali in aula hanno ricostruito gli episodi a lui addebitati. Il prossimo 25 febbraio la prossima seduta.