MANTOVA È la solita città “controvento”, come suol dirsi. Mantova, intesa come capoluogo, parrebbe refrattaria a recepire le nuove correnti politiche che soffiano già da tempo, e che si sono istituzionalizzate già dalle politiche dello scorso settembre. In città per il centrodestra di Attilio Fontana ha votato meno del 38,4% che ha favorito il candidato del centrosinistra Pierfrancesco Majorino, confermando essere il Partito democratico il partito egemone del capoluogo.
Il “terzo polo” in città, come già nelle politiche, la lista di Letizia Moratti non è andata oltre l’8.8 percentuale, e così pure il movemento pentastellato che non si è mosso molto al di là del 5%. Sul fronte del centrodestra Fdi ha raccolto il 23,8% e la Lega solo il 7, mentre crolla letteralmente Fi che resta al 3,5%.
Insomma, Majorino vince in città, ma per il sindaco Mattia Palazzi «vince, fra gli schieramenti, chi gli elettori conoscono bene». Una celebrazione del “buongoverno” che pone Mantova, come spesso accade, in controtendenza.