Fontana stravince ma con la metà degli elettori ai seggi

MANTOVA Tutto confermato. Il consiglio della Regione Lombardia rimarrà per altri cinque anni nello stesso disegno politico della maggioranza uscente, sotto il governatorato di Attilio Fontana, ma con il sostanziale rimescolamento delle forze interne della coalizione del centrodestra, entro la quale Fratelli d’Italia acquisisce lo stesso “potere d’acquisto” già conquistato anche a livello nazionale.
Se a livello politico le questioni rimarranno oggetto di discussione fra le forze egemoni, da un punto di vista istituzionale il problema dovrà essere rivisto in ben altri termini, dal momento che gli equilibri politici non possono trascurare il dato essenziale della partecipazione democratica al voto di domenica e ieri. A fronte del 70 e passa percentuale di votanti delle elezioni regionali lombarde di appena cinque anni fa, ieri al consuntivo sono mancati quasi la metà degli stessi votanti, per una percentuale complessiva di un terzo appena degli aventi diritto al voto.
Inutile disquisire se sia una crisi di credibilità delle forze politiche rappresentate o piuttosto di una crisi di sistema, che equivale a dire una tenuta del sistema democratico odierno. I numeri sono comunque indicativi di uno scollamento oggettivo fra il sistema politico e la società reale.
La regione lombarda, forte di oltre 10 milioni di residenti (un sesto dell’intero sistema paese) ha scelto la linea di continuità con le votazioni politiche espresse tre mesi fa, premiando gli indirizzi del governo nazionale in carica, e confermando alla Lombardia il governo di centrodestra, sia pure con un deciso avanzamento delle forze centripete di destra (Fratelli d’Italia) e un sensibile arretramento di quelle centrifughe collaterali (Lega e Forza Italia). E la provincia virgiliana ha rispettato in linea di massima l’indirizzo regionale.