MANTOVA – Il dato censuario medio ci dice che a Mantova ci sono a un dipresso 12.500 anziani, o quantomeno persone ricomprese nella fascia d’età over 65 (nel censimento 2021 esattamente 12.418, ma le variazioni annue non differiscono di granché). Dato invece aggiornato a quattro giorni fa dall’ufficio statistico del Comune, di quei circa 12.500 anziani, ben 4.770 vivono soli o comunque sia in nuclei mono-familiari. Nello specifico, sono 1.240 uomini e 3.530 donne. Un rapporto abbastanza usuale di uno a tre, come è normale vedere più anziane che anziani. Ma il vero punto non è questo.
Il dato essenziale da prendere in considerazione è che, sul numero complessivo degli over 65 (grossomodo dall’età pensionabile in poi), coloro che vivono in nuclei monofamiliari, ovvero soli, sono più o meno un terzo. Un dato che non sfugge ai servizi sociali di via Conciliazione, che proprio sul tema della terza età sta investendo grandi risorse. Ma guardando il dettaglio per fasce di età, si evince che nel corpo sociale 65-70 anni (il meno vulnerabile) sono conteggiati 1.112 soggetti; e a seguire, in quella 71-75 sono 800; in quella 76-80 sono 911; cifre sostanzialmente omogenee nelle fasce successive: fra i virgiliani compresi tra 81 e 85 anni se ne contano 895; fra gli 86 e i 90 anni si scende a 645 soggetti e dai 91enni a seguire 407 – che comunque non è da considerarsi cifra residuale.
Nel novero complessivo, comunque, abbiamo nella fascia della cosiddetta terza età ben 24.744 famiglie coinvolte, sia direttamente che indirettamente. E ricordiamo che la popolazione complessiva del capoluogo non arriva a 50mila abitanti; il che significa che a Mantova-città un anziano su tre vive da solo e un cittadino su dieci è come minimo pensionato o over 65.
A questo punto ogni considerazione diventa politica, volendo dare al problema una consistenza progettuale. La popolazione virgiliana, se mai servisse ripeterlo, è anziana, ma il fatto che uno su tre sia presumibilmente autosufficiente, deve giocoforza indurre l’amministrazione a considerare l’eventualità – suggerita dalle forze di opposizione in via Roma – di portare la terza età a formule aggregative assistite. Magari, come propone il capogruppo di Forza Italia Pier Luigi Baschieri, a “case” comunitarie vigilate sia in senso sanitario che di assistenza quotidiana (spese, medicinali ecc) accomunate dagli ospiti stessi in forma solidale.