Maretta a Palazzo di Bagno sul piano rifiuti

MANTOVA – Nel corso del consiglio provinciale di lunedì scorso è stato affrontato il quarto punto all’ordine del giorno: l’approvazione del piano per la gestione integrata dei rifiuti urbani nei comuni della provincia di Mantova attraverso un accordo di cooperazione pubblico-pubblico. L’adozione della delibera ha suscitato accesi dibattiti e rilievi critici, in particolare da parte del gruppo di minoranza Mantova Provincia Unita, che si è astenuto.
Secondo quanto dichiarato dalla minoranza, l’iter per l’approvazione della delibera si è caratterizzato per modalità considerate irregolari. «Non è accettabile che un emendamento proposto dalla maggioranza venga approvato “a freddo” e incorporato in un dispositivo di tale rilevanza, confondendo il contenuto della delibera stessa», hanno sottolineato i consiglieri di Mantova Provincia Unita, richiamando la necessità di rispettare le norme regolamentari.
Critiche sono state mosse anche alla gestione della tempistica: la seduta, prevista per le ore 18, è iniziata oltre le 19, protratta fino a notte inoltrata con l’abbandono di alcuni consiglieri. Sulle implicazioni della delibera è intervenuto Giuseppe Torchio, che ha evidenziato l’importanza di una gestione unitaria per risolvere il nodo ultradecennale legato alla Siem.
Tuttavia, ha fatto notare l’incoerenza della maggioranza: «Hanno approvato l’emendamento, ma in realtà lasciando i comuni liberi di fare “quello che vogliono”. Questo vanifica l’impegno collettivo necessario per evitare che i costi si riversino in modo sproporzionato sui (pochi) comuni aderenti».
Secondo la componente di minoranza a Palazzo di Bagno il confronto nell’emiciclo ha messo in luce una frattura interna alla maggioranza, evidenziata dal lungo dibattito intercorso nell’imminenza della votazione e anche dalla necessità di modifiche per garantire compattezza. La minoranza ha infine definito il metodo «pleonastico», rimarcando che l’autonomia comunale non dipende dalle deliberazioni provinciali.