Porta Cerese, il sottopasso può portar via ai privati ma non può al Migliaretto

MANTOVAMantova Voto unanime, ma alla cieca, da parte del consiglio comunale sui progetti esecutivi dei due sottopassi ferroviari di Porta Cerese e Gambarara. Un passo urgente e necessario, questo, per chiudere la partita procedurale della conferenza di servizi che, su istanza di Rfi, entro e non oltre il 6 marzo darà il via libera definitivo alle due attese infrastrutture.
Un voto alla cieca, come detto, perché in aula Stefano Rossi, capogruppo di Mantova ideale, ha sollevato un problema non secondario. Dalle carte infatti emerge che nella rotatoria di via Donati è stata disegnata una bretellina funzionale a convogliare il traffico pesante da Cerese a Mantova. Un allargamento cioè dell’attuale via Parma che però andrà a insistere su terreno del Migliaretto, il quale – dopo la cessione del sedime dal ministero delle infrastrutture e dal Demanio dello Stato al Patrimonio dello Stato – non rientra ancora nelle disponibilità del Comune. Per esserlo, dovrà prima attuarsi una complessa procedura di cessione da parte dello Stato.
Un errore progettuale clamoroso, denuncia Rossi in aula, del quale Rete ferroviaria italiana (Rfi), che ha in capo questa infrastruttura, non ha evidentemente tenuto conto.
Corre ai ripari il Comune. Per ammissione del dirigente del settore lavori pubblici Carmine Mastromarino, via Roma ha ricevuto il plico con gli elaborati dello studio ingegneristico solo una settimana fa. Per ammissione invece del sindaco Mattia Palazzi, quella bretellina non rientrerà fra i lavori in capo alle ferrovie. Intanto, spiega il primo cittadino, quel segmento stradale sulla carta c’è. Poi per farlo servirà reperire risorse per un milione, che dovrà cercarsi il Comune, dato che l’intervento di Rfi si limita ai soli sottopassi della linea ferroviaria Mantova-Monselice. Ma di quel problema sarà comunque possibile posticipare la soluzione rispetto alla realizzazione dei principali interventi.
«Resta che stasera i consiglieri hanno votato una cosa che al momento non esiste, non rientra nei programmi di Rfi, e da tale non è nemmeno finanziata», commenta il capogruppo dell’opposizione. Che comunque ha tenuto a sottolineare il suo favore all’opera.
Voto contrario invece dell’aula a tutte le proposte di correttivi progettuali arrivate in Comune per evitare gli espropri di Te Brunetti. La creazione di una nuova strada di afflusso e deflusso dalla città, a latere di via Parma, andrà infatti a rasentare quattro proprietà del quartiere, portandosi addirittura a pochi metri dai muri perimetrali, con grande detrimento dei valori immobiliari. Per questo, l’impegno del sindaco sarà chiedere interventi di mitigazione.