MANTOVA L’analisi dei dati riferiti al quarto trimestre dell’anno, effettuata dal Servizio Promozione e Informazione Economica della nuova Camera di Commercio di Cremona-Mantova-Pavia, rileva una divaricazione dell’attività tra i territori che compongono il nuovo Ente camerale, con una leggera contrazione della produzione e del fatturato per Pavia a fronte di una maggiore tenuta per Cremona e Mantova. Allo stesso modo, emerge una ripresa degli ordinativi esteri per il mantovano e il cremonese con un calo nel pavese. Nella classifica regionale la maggior parte delle province lombarde si colloca in territorio positivo con Cremona e Mantova che occupano rispettivamente il terzo e quinto posto; troviamo invece Pavia in quart’ultima posizione. “Nonostante alcuni segnali di ripresa che riguardano i territori di Mantova e Cremona, i dati relativi all’ultimo trimestre dell’anno, anche a livello lombardo, mantengono alto il clima di incertezza, anche a causa della fase di stagnazione per il comparto industriale che ha caratterizzato tutto il resto dell’anno” – afferma il Presidente della Camera di Commercio di Cremona, Mantova e Pavia, Gian Domenico Auricchio – “Un andamento che trova conferma anche nel sentiment degli imprenditori, caratterizzato ancora da un clima di profonda incertezza che si rispecchia nei dati sugli investimenti, previsti in rallentamento per il 2025. A pesare su questi dati è in parte la situazione relativa al commercio internazionale, che vede il perdurare di segnali di debolezza che incidono negativamente sulla fiducia delle imprese e degli investitori. A ciò si aggiunge il delicato contesto internazionale con i fronti di guerra ancora aperti e l’incertezza sulle misure relative alle politiche economiche. Come già sottolineato nella precedente analisi, la nuova Camera di Commercio di Cremona-Mantova-Pavia riunisce un elevato numero di imprese, tanto da essere la terza struttura per dimensioni della Lombardia. Il tessuto imprenditoriale è composto per lo più da aziende di piccole e medie dimensioni, ma ben strutturate e abituate a confrontarsi abitualmente con i mercati esteri. Il nostro Ente prosegue la sua azione di supporto alle imprese, soprattutto allo scopo di accrescere e affermare la loro competitività, sia sul territorio nazionale sia, soprattutto, sul fronte internazionale, con particolare attenzione alla trasformazione digitale ed ecologica che è necessario abbracciare e inseguire”. Per quanto riguarda la provincia di Mantova, considerando le variazioni tendenziali della produzione, quindi con confronto allo stesso periodo del 2024, il territorio vede una ripresa del +1%. Sempre tenendo presente le variazioni tendenziali, si evidenzia un aumento anche del fatturato totale (+0,8%), degli ordini interni (+1,3%) e degli ordini esteri (+3,9%). Per quanto concerne le aspettative per i primi mesi del 2025, per gli imprenditori mantovani emergono aspettative prevalentemente in territorio negativo, con la sola eccezione sul fronte dell’occupazione.
Nel quarto trimestre 2024 risulta in ripresa anche il comparto artigianale: la produzione artigiana mantovana registra un aumento tendenziale del +6,7%, così come una ripresa del fatturato (+4,4%). Le aspettative degli artigiani per il primo trimestre del 2025, sono tuttavia complessivamente di incertezza.
Come è solita fare nell’ultimo trimestre dell’anno, l’indagine congiunturale ha analizzato anche la dinamica degli investimenti effettuati nel corso del 2024. Relativamente alla provincia di Mantova, il 62,5% delle imprese industriali ha compiuto investimenti, percentuale in linea con quanto avvenuto nel 2023. In leggera contrazione, invece, la percentuale di aziende che prevedono di realizzare investimenti nel 2025: 60,4%.
Gli investimenti effettuati, in termini di valore, hanno riguardato principalmente i macchinari (72,9%), seguiti dai fabbricati (14,1%) e dall’informatica (2,9%); un’altra parte è destinata agli investimenti di tipo immateriale: consulenza R&S (1,1%), software (3,1%) e brevetti (1,4%). Nel complesso, la quota degli investimenti sul fatturato è stata pari al 5,8%, in leggero calo se confrontato con quello del 2023 pari al 6,1%. Alla base dei nuovi investimenti prevalgono esigenze legate al rinnovamento di impianti produttivi obsoleti, seguite da una volontà di aumentare la capacità produttiva, così come la ricerca di risparmio energetico e/o autoproduzione di energia.