MANTOVA – Ancora una falsa partenza per il processo circa l’omessa bonifica delle aree del polo chimico inserito nel sito d’interesse nazionale (Sin) di Mantova. Dopo un primo rinvio, lo scorso 8 giugno – relativo a difetti di notifica e all’aula troppo piccola per poter ospitare tutte le parti in causa con capienza limite fissata a 40 persone – ieri il giudice per le indagini preliminari Beatrice Bergamasco è stata costretta a procastinare di nuovo l’udienza al 22 ottobre prossimo a fronte della richiesta delle difese di poter meglio visionare gli atti dell’inchiesta. Tutto ancora in stand-by dunque per l’iter processuale concernente l’annosa vicenda della contaminazione da agenti inquinanti del Sin con reati contestati, a vario titolo e per aree diverse, che vanno dall’inquinamento all’omessa bonifica, fino agli illeciti di natura amministrativa. A conclusione di un’articolata indagine, durata quasi quattro anni, lo scorso novembre la procura di via Poma aveva chiuso il cerchio su un’inchiesta a doppio binario, con relativa individuazione di specifiche responsabilità in capo alle aziende oggi proprietarie dei terreni oggetto di analisi, vale a dire da una parte Edison (nonostante la cessione del ramo d’azienda), Versalis e Syndial e dall’altra l’ex raffineria Ies (filone quest’ultimo instaurato davanti al gip Matteo Grimaldi. Responsabilità penali non attinenti però ad una contaminazione cosiddetta storica ma a ritardi circa l’avvio dell’iter di bonifica delle aree.