MANTOVA – Procedimento chiuso per estinzione del reato a fronte di remissione della querela da parte della persona offesa. Questo l’epilogo giudiziario, statuito ieri all’esito dell’istruttoria, circa il processo instaurato a carico di Marco Braglia, 59enne imprenditore reggiano, finito sul banco degli imputati con l’accusa di minaccia grave, da lui perpetrata via social network ai danni del sindaco di Mantova Mattia Palazzi. Una vicenda questa, per certi versi connessa – anche se non direttamente – all’ampio filone processuale che ha visto e vede tuttora implicata Lorenza Buzzago, l’ex maestra comunale di lì a poco finita nell’occhio del ciclone per la pubblicazione del libro scandalo “50 e più… sfumature di giallo”.
Il fatto, inerente a Braglia, risaliva nello specifico al 17 luglio del 2018 quando Buzzago, sul proprio profilo Facebook, aveva scritto: «Il mio datore di lavoro mi ha molestata e licenziata», alludendo in modo non esplicito al primo cittadino virgiliano. Puntuale, era così arrivata la risposta del reggiano, (amico solo sul web della donna e del tutto ignaro di chi fosse il datore di lavoro), il quale aveva chiesto: «Sai dove abita?». Immediata la contro risposta della 54enne: «Siiiii». E qui la vicenda si era fatta decisamente più delicata, in quanto Braglia nel suo ultimo post aveva scritto: «Ok. Dobbiamo fissare l’appuntamento. Per le braccine spezzate chiedono 15mila euro. Decidi tu». Una chat finita quindi ben presto sul tavolo della Digos di Mantova che rintracciato l’imprenditore a Reggio Emilia, gli avevano notificato un avviso di indagine istruita a suo carico per l’ipotesi di minacce. Inoltre, a stretto giro era scattata la denuncia da parte del sindaco Palazzi, costituitosi a giudizio quale parte civile con l’avvocato Silvia Salvato e intenzionato fin da subito a chiedere un cospicuo risarcimento danni. Richiesta risarcitoria suffragata, nella seduta di ieri innanzi al giudice Chiara Comunale, anche dal nuovo difensore dell’imputato, dalla cui accettazione è quindi scaturita la decisione di rimettere la querela.