Processo Grimilde, Roncaia e altri tre mantovani a giudizio

MANTOVA  – Dopo la definizione dei riti alternativi, con condanne per oltre 260 anni di carcere a carico di 48 persone, è scattato ieri mattina a Reggio Emilia il processo ordinario per i restanti 22 imputati rinviati a giudizio nell’ambito dell’operazione Grimilde circa le infiltrazioni della ‘ndrangheta tra Emilia e Lombardia. Tra questi figura l’imprenditore Claudio Roncaia, titolare della Riso Roncaia spa di Castelbelforte, accusato assieme al suo socio Massimo Scotti, di una truffa perpetrata ai danni dell’Unione Europea. Secondo l’accusa Roncaia con Scotti e altre persone avrebbero ricevuto un finanziamento dall’Ue in cambio della fornitura di diverse tonnellate di riso entro il 15 ottobre 2015. I titolari dell’azienda avrebbero ottenuto una proroga sui termini della fornitura con degli atti falsi. I due sarebbero stati inoltre anche vittime di estorsione da parte di altri imputati. Con Roncaia figurano anche altri tre mantovani finiti nel mirino della Dda di Bologna che ha coordinato le indagini. Si tratta di Francesco Paolo Passafaro, Giuseppe Passafaro e del 25enne Pietro Passafaro, tutti residenti a Viadana e collegati dagli inquirenti al clan che fa capo a Nicolino Grande Aracri per vincoli di parentela. Sempre secondo l’accusa avrebbero operato come prestanome per conto di Salvatore (già giudicato con rito abbreviato) e Francesco Grande Aracri, rispettivamente nipote e fratello del boss Nicolino. Proprio quest’ultimo unitamente all’altro figlio Paolo erano presenti ieri in videoconferenza all’udienza presieduta dal giudice Simone Medioli Devoto e che ha visto la costituzione di nuove parti civili quali il Comune di Cadelbosco di Sopra, l’associazione “Avviso Pubblico” e un privato cittadino vittima di caporalato. Le altre già costituitesi sono l’Avvocatura dello Stato, la Regione Emilia Romagna, l’associazione Libera, Cgil, Cisl e Uil regionali, le camere del lavoro di Reggio Emilia e Piacenza e i comuni di Brescello, Reggio Emilia e Piacenza. Prossima udienza l’8 febbraio.