MANTOVA Una generale assenza di controlli strutturati da parte della stragrande maggioranza dei comuni lombardi. È quanto emerge dal monitoraggio sui procedimenti di sanatoria edilizia promosso dalla Commissione Speciale Antimafia e realizzato dal Comitato Tecnico Scientifico in materia di contrasto e prevenzione dei fenomeni di criminalità mafiosa: dei 219 comuni lombardi coinvolti il 65% si è affidato alla sola autocertificazione, mentre meno del 5% dei comuni ha seguito letteralmente quanto previsto dalla normativa ovvero l’acquisizione formale del casellario giudiziario per escludere soggetti condannati per mafia e reati di riciclaggio. Tutte le 12 province della Lombardia risultano rappresentate tra i 219 comuni che hanno risposto alla rilevazione, garantendo così una copertura completa del territorio regionale. a provincia di Mantova è tra quelle cui è stata riconosciuta una partecipazione significativa insieme a quelle di Milano, Lecco, e Monza-Brianza, che hanno dimostrato un coinvolgimento più marcato nella rete Avviso Pubblico e una maggiore attenzione al monitoraggio sui requisiti soggettivi nelle sanatorie edilizie. Dei 70 comuni mantovani 9 hanno risposto (4,11%), e dei 23 comuni aderenti alla rete Avviso Pubblico hanno risposto in tre, pari al 33,33%. Lo studio, riferito al quadriennio 2020-23, si è posto l’obiettivo di capire se, nei procedimenti di sanatoria edilizia, i comuni lombardi effettuano i necessari controlli sui requisiti soggettivi dei richiedenti per evitare che soggetti con condanne per mafia o riciclaggio possano beneficiare di questo tipo di provvedimenti. La normativa richiamata nel monitoraggio si riferisce ai permessi di costruire in sanatoria, tralasciando altri due strumenti edilizi utilizzati per regolarizzare alcuni abusi edilizi: la Scia (Segnalazione Certificata di Inizio Attività) e la Cila (Comunicazione Inizio Lavori Asseverata). I comuni lombardi coinvolti nel monitoraggio sono stati 1.502, ovvero la totalità dei Comuni della Regione, come comunicato da Anci Lombardia. Alla riapertura dei termini promossa ad aprile 2025 (con scadenza il 15 giugno), hanno risposto 219 comuni, pari al 14,5% del totale. Di questi, 14 si sono aggiunti nella seconda fase rispetto alla prima rilevazione effettuata tra dicembre 2024 e marzo 2025. Tra i 219 comuni rispondenti, 58 (pari al 26,5%) hanno dichiarato di non aver ricevuto alcuna richiesta di sanatoria edilizia nel quadriennio 2020–2023. Restano quindi 161 Comuni che hanno partecipato attivamente.







































