MANTOVA – Non erano solamente una banda di veri e propri professionisti dei furti con esplosivo ma erano anche estremamente pericolosi, visto che non avevano esitato ad aprire il fuoco con dei Kalashnikov contro i carabinieri. Fra il 2017 e il 2020 avrebbero messo a segno una trentina di colpi ai danni di bancomat in varie province del Nord, compresa quella di Mantova. Sono sette i componenti di una banda di nomadi sinti sgominata dai carabinieri di Verona che all’alba di ieri hanno eseguito altrettanti provvedimenti di custodia cautelare in carcere, emessi da gip del Tribunale scaligero. In manette sono finiti dei pregiudicati di età compresa tra i 24 e i 50 anni, residenti nelle province di Verona, Vicenza, Padova e Treviso, accusati di associazione per delinquere finalizzata alla commissione di furti aggravati mediante esplosivo, detenzione illegale di armi ed esplosivo, tentato omicidio, riciclaggio e rapina. L’operazione denominata Mestier (che nel linguaggio dei sinti veneti significa “Giostra”) condotta dagli uomini dell’Arma, ha consentito di disarticolare un sodalizio criminale dedito in modo sistematico e continuativo all’esecuzione di furti aggravati con l’utilizzo di esplosivo. Il modus operandi oramai collaudato prevedeva che il gruppo, all’interno del quale erano stabiliti ruoli ben precisi, raggiungesse l’obiettivo con potenti autovetture rubate con targhe contraffatte. Mentre alcuni presidiavano l’area armati, gli altri usando un congegno comunemente detto “marmotta”, facevano esplodere i bancomat. Alla banda di sinti sono stati attribuiti 30 colpi del genere fra il 2017 ed il 2020 tra le province di Verona, Vicenza, Bergamo, Lodi, Bologna, Modena e Mantova, che hanno fruttato complessivamente circa un milione e mezzo di euro. Due i colpi messi a segno dalla banda nel mantovano. Il primo alle 3.15 del 2 novembre 2019 ai danni del bancomat della filiale Bpm di Goito. Ingente il bottino: 104mila euro. Ad agire erano state quattro persone giunte sul posto a bordo di una Hynday rubata e armati di Kalashnikov. Sempre 4 malviventi ma niente Kalashnikov e niente Hyunday a Mottella lo scorso 29 agosto alle 3.30 , quando è salato il bancomat della Banca Popolare di Verona: dentro c’erano 50mila euro. Il fatto più grave è avvenuto il 10 febbraio 2020 a Legnago, quando i banditi spararono due colpi con un fucile AK47 Kalashnikov contro l’auto dei carabinieri del Norm di Legnago che uscirono miracolosamente illesi.