MANTOVA I lavori dell’appartamento di palazzo Cadenazzi sono terminati con la realizzazione degli impianti a corredo dell’impianto elevatore. Siamo insomma al conto alla rovescia per vedere finalmente operativo il sistema di elevazione che porterà – covid permettendo – i primi visitatori sulla Torre della Gabbia, la più alta torre della città trasformata in belvedere sulla Mantova storica.
Dopo la posa già avvenuta delle nuove porte e la realizzazione dei nuovi bagni nell’appartamento-biglietteria, si sta quindi proseguendo con le attività di collaudo e certificazione; il tutto mentre sta proseguendo l’attività di progettazione del nuovo arredo, e in particolare degli spazi dedicati all’heritage center Unesco. Per quanto concerne l’impianto elevatore, di fatto terminato, già in settimana è prevista la visita del collaudatore per autorizzare la salita delle persone in forma provvisoria.
Insomma, dopo oltre due anni di cantiere, “la Gabbia” sarà finalmente agibile e visitabile nel suo percorso storico tutto verticale, alto quasi 60 metri. Sarà visibile il ciclo di decorazioni artistiche rinascimentali, così come i graffiti fatti dai prigionieri nei secoli di epoca gonzaghesca in cui la torre era stata adibita a prigione, e persino, da una finestrella, anche la famigerata “gabbia” nella quale, a oltre venti metri da terra, venivano esposti i condannati al pubblico ludibrio.
Le immagini che la Voce di Mantova offre in anteprima ai lettori mostrano l’ascensore a cremagliera, le finestrella della “gabbia” e i lacerti di affreschi nel cavedio della torre.