Via le impalcature dal Podestà

MANTOVA Sette anni sette. Un tempo infinito, se lo si guarda in relazione al tipo di intervento. Ieri la torre civica, ovvero la rocca annessa al palazzo del Podestà, è stata liberata nella sua interezza dai tubi innocenti che la ingabbiavano dai giorni del sisma del maggio 2012. E si tratta del primo segmento indicativo dello stato di avanzamento dei lavori nella complessa struttura medievale, ormai messa in sicurezza.
I lavori proseguono all’interno del plesso, secondo un articolato disegno progettuale che ha già prodotto persino qualche polemica sui social network in relazione alle due superfetazioni che si scorgono da piazza Erbe sui tettì del Podestà, ovvero le alzate degli impianti di elevazione realizzate per restituire il palazzo a un uso pubblico.
Si tratta comunque di un segnale positivo, che nelle intenzioni del sindaco  Mattia Palazzi dovrebbe preludere alla liberazione totale del Podestà dalle impalcature entro quest’anno. Dopodiché i lavori proseguiranno solo nella parte interna. Ma anche per Palazzi il traguardo raggiunto offre argomento di stilettate politiche. Il suo bersaglio è il deputato pentastellato  Alberto Zolezzi, che proprio sul recupero del palazzo aveva agito a livello ministeriale, intravedendo irregolarità procedurali. «Dopo oltre sette anni abbiamo liberato quasi tutta la torre – commenta il sindaco –. E pensare che l’onorevole Zolezzi aveva cercato di bloccare i 9 milioni dati dal governo  Renzi per il recupero del Podestà, e senza i quali non sarebbe potuto ripartire il cantiere», conclude il primo cittadino.