Festivaletteratura 2024 – Stefano Massini, la storia del regime è la storia di un libro: il Mein Kampf

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Mantova Si sa che talvolta l’assenza è più eloquente della parola; e ce lo conferma la storia del Mein Kampf, testo programmatico scritto da Adolf Hitler nel 1924 e, dopo quasi un secolo di assoluto silenzio, ripubblicato in Germania nel 2016.
È l’occasione per il giornalista e drammaturgo Stefano Massini (Mein Kampf da Adolf Hitler, 2024) di passare al setaccio i materiali legati all’ascesa politica di Hitler, autobiografia compresa, e di parlarne ad alta voce, il più possibile: perché ciò a cui impediamo l’accesso è più pericoloso e fa più paura di ciò che, per quanto terribile, ci consentiamo di leggere, di decostruire e di comprendere. È a partire da questi spunti che prende inizio in piazza Castello l’evento “Anatomia di un libro dannato”, con lo stesso Massini e il giornalista e saggista Marco Damilano; cuore dell’incontro è il tentativo di spiegare come Adolf Hitler ‘è diventato’ Adolf Hitler, e il ruolo concreto svolto dalla pubblicazione della sua autobiografia nella genesi del nazismo.
Il Mein Kampf ci obbliga innanzitutto a una riflessione sul potere delle parole e della lettura, perché nel regime del Führer, tutto ha inizio dalla lettura di massa di un libro che, all’ascesa politica del suo autore, riscuote un successo da best-seller, con 10 milioni di copie vendute; un libro che costituisce un caso, storico, letterario senza precedenti, una chanson de gestes paradossale che narra le gestes prima ancora che il suo autore le abbia compiute.
A rendere la storia realtà furono l’eccezionale carisma di Hitler e, sottolinea Massini, la sua empatia, ‘‘la capacità di creare nell’altro la sensazione che tu in realtà stia parlando di lui”.
Massini parla con voce chiara, tono carismatico, parole cristalline e vibranti.
E non a caso è proprio la forza della parola, e il suo potere persuasivo e la sua capacità di creare e di distruggere che costituisce uno degli spunti di riflessioni che Massini discute a lungo con Damilano: parola che può essere ‘eros’, ‘lupo bianco’, secondo i termini di una dicotomia narrativa a cui viene accennato, oppure può essere ‘tanatos’, ‘lupo nero’: è questione di quale dei due scegliamo di nutrire. Niente è più acuminato delle parole, scriveva Einstein a Freud, conferma empiricamente Hitler e riafferma, a conclusione dell’evento, Massini: la storia del regime è la storia di un libro, il Mein Kampf.