Gli spettacoli di Angelo Manzotti in scena a Venezia

MANTOVA Quando gli spettacoli sono dei grandi successi si ripetono. A Venezia, ma si ripetono. Ecco allora che dopo l’esito della rappresentazione “L’Annina del prete Rosso” , proposta lo scorso anno in laguna, la perfomance di canto e recitazione ispirata alla vita del contralto Anna Girò, scritta e diretta dall’artista mantovano Angelo Manzotti, torna, nell’ambito del Festival Galuppi, nelle Sale Apollinee del Teatro La Fenice di Venezia, il 4 giugno. Con un’altra importante novità, sempre richiesta dai promotori della prestigiosa rassegna: alla pièce si aggiunge l’ultimo lavoro composto da Manzotti, dedicato alle vicende di un portentoso personaggio come la mistica Caterina da Siena, che andrà in scena il 28 maggio, in occasione della Pentecoste, nella Sala Capitolare della Scuola Grande di San Rocco. Tra un Tintoretto e l’altro. Le due produzioni sono realizzate dall’Associazione Culturale L’Orfeo, di cui Manzotti è presidente.
“Per me è una grandissima soddisfazione – commenta Manzotti – essendo autore dei testi di queste proposte. E un altro scritto è già pronto, spero di poterlo portare al Teatro Bibiena. Protagonista è questa volta la pittrice dalla vita straordinaria Artemisia Gentileschi. Un’attività che vedrebbe, tra l’altro, coinvolte diverse realtà mantovane, unite in questa iniziativa. Al teatro di Marmirolo vorrei, invece, proporre uno spettacolo con musiche di Monteverdi, con “Il ballo delle ingrate” – che ebbe il suo esordio a Mantova – e “Il combattimento di Tancredi e Clorinda”. Il balletto – tra il drammatico e il madrigale amoroso – mi piacerebbe in una versione non più classica, bensì contemporanea, dando anche una nuova interpretazione alle vicende narrate, mostrando i personaggi femminili come figure forti e consapevoli, che si ribellano al proprio destino. E l’immaginario scenario in cui si scontrano gli interpreti ispirati, invece, alla “Gerusalemme liberata” di Torquato Tasso diventerebbe, molto concretamente, la periferia di una metropoli. La materia prima c’è già tutta”.>
Cosa manca allora? La solita componente, materiale ma necessaria: i fondi. Che dovrebbero, però, arrivare da alcune Fondazioni del territorio. In modo da portare sul palco i lavori entro l’anno.
E poi cosa ancora? Beh, naturalmente Matilde di Canossa, ulteriore personaggio che Manzotti sta approfondendo. Un’altra donna dalla straordinaria esistenza e dal potente carisma.
Ilaria Perfetti