MODENA Luciano Ganci è Maurizio nella nuova produzione di Adriana Lecouvreur di
Cilea, in scena l’11 e 13 marzo al Teatro Comunale “Pavarotti-Freni” di
Modena sotto la direzione di Aldo Sisillo alla testa dell’Orchestra
dell’Emilia Romagna “Arturo Toscanini” e del Coro Lirico di Modena preparato
da Stefano Colò, con la regia di Italo Nunziata, le scene di Emanuele Sinisi
e i costumi di Artemio Cabassi. Con Ganci cantano Maria Teresa Leva nel
ruolo del titolo, Teresa Romano (principessa di Bouillon), Claudio Sgura
(Michonnet), Adriano Gramigni (principe di Bouillon).
L’opera torna al Comunale di Modena dopo un’assenza di oltre trent’anni e
viene dedicata a Mirella Freni, tra le più importanti e acclamate primedonne
che si sono cimentate nella parte: Ganci è particolarmente grato di questa
dedica, avendo studiato anche con Mirella Freni.
«La meraviglia dell’arte fa sì che ogni volta che si affronta un’opera si
nota sempre un particolare, qualche pennellata precedentemente meno
evidente, che la rende nuova e le dà nuovi stimoli per interpretarla» ha
dichiarato Luciano Ganci. «Torno ad affrontare il ruolo del baldanzoso
Maurizio di Sassonia – personaggio affascinante e brioso che gioca con
l’amore, a cui peraltro deve molto – ora sotto una nuova luce, frutto della
frequentazione abbastanza assidua degli ultimi tempi. Un personaggio molto
interessante che conosce l’arte della guerra e quella della seduzione. Per
lui l’amore è un gioco d’azzardo e come tale lo usa; ne esce vincitore e
sconfitto, perché le sue ambizioni politiche lo portano a confondere quello
che è l’amore come “strategia politica” con il vero amore, probabilmente per
Adriana. Che a sua volta è vittima di un teatro che si chiama vita dove
tutti, tranne lei, recitano una parte, fingendo. Nel teatro essa è protetta
dalla finzione, nel teatro Adriana è diva e regina. Fuori dal teatro lei non
recita, ma recitano tutti gli altri, e ne esce vittima come una musa
sacrificata per rendere eterna la sua arte. Musicalmente “Adriana” è un
capolavoro: Cilea compone pagine memorabili di canto e di musica che ne
fanno una delle opere più belle e complete realizzate in quel periodo
storico. Devo molto a Maurizio e come sempre il Conte di Sassonia verrà da
me servito nel migliore dei modi!»
Elide Bergamaschi