VILLIMPENTA – Era probabilmente una delle ultime rimaste nella nostra provincia, ma da ieri anche Villimpenta dovrà fare a meno della sua “storica” cabina telefonica. Da qualche settimana nel Mantovano è ripresa la progressiva rimozione delle ultime postazioni telefoniche pubbliche di strada. Resteranno solo quelle che si trovano negli ospedali, nelle caserme o nelle carceri perché svolgono ancora una funzione sociale e quella dove (per esempio nei rifugi di montagna) non arriva la copertura della rete mobile. L’Agcom (l’Autorità per le garanzie nelle comunicazioni), dopo una consultazione pubblica che ha trovato l’accordo con gli operatori, ha stabilito che Tim non è obbligata a garantire il servizio pubblico e può quindi iniziare a smantellarlo. È dunque arrivato il momento dell’addio definitivo alle vecchie care cabine telefoniche, memoria storica di noi figli del ‘900 traghettati nel terzo millennio senza sapere dove sarebbe arrivata la tecnologia di oggi. Un provvedimento dovuto quindi al mutamento delle abitudini della popolazione che utilizza sempre più la telefonia cellulare. E che non sta risparmiando nemmeno la nostra provincia: le ultime a Mantova saranno smantellate entro giugno. In principio c’erano i mitici gettoni, i cui primi esemplari furono coniati nel 1927 dalla Stipel, concessionaria del servizio di telefonia in Piemonte e Lombardia. Erano in alpacca (lega di rame, nichel e zinco) o in bronzo, e potevano essere utilizzati solo dai telefoni posti all’interno della Fiera Campionaria di Milano. Nel 1945 la Teti realizzò il primo gettone a tre scanalature, che poteva essere utilizzato in qualunque tipo di telefono pubblico. Nel 1959 nacquero quelli usati fino al 31 dicembre 2001 quando potevano ancora essere cambiati nei negozi 187 al valore di 9 gettoni = 1 scheda telefonica, anche se non venivano più coniati già dal 1980. Le quattro cifre presenti sotto la dicitura “gettone telefonico” indicavano l’anno e il mese di conio. Il gettone era inoltre sovente utilizzato come moneta, pur non avendo alcun corso legale. In seguito vennero sostituiti dalle più asettiche schede prepagate, oggi pezzi da collezione che qualcuno magari utilizza come segnalibro. In quei parallelepipedi scomodi abbiamo chiamato chiunque: amici, fidanzatine e i genitori quando ci trovavamo in vacanza. Non le dimenticheremo, perché in fin dei conti hanno fatto parte della nostra storia.
Matteo Vincenzi