CASTIGLIONE «Rispondo perchè voglio che sia chiaro che stiamo facendo tutto nella legittimità più assoluta: si tratta di una procedura da un milione e 500mila euro, e secondo qualcuno io rischierei la contestazione del bando per avere agito nell’illegalità?, follia pura. L’attacco del consigliere comunale Maurizio Caristia è puramente strumentale. Si è voluto fomentare l’emotività di qualcuno per scopi politici».
Il sindaco di Castiglione delle Stiviere, Enrico Volpi, risponde alle accuse mosse dal capogruppo del Pd, Caristia, rispetto al destino d’uso che l’amministrazione comunale avrenne deciso per l’ex casa del fascio di piazza Dallò. Le critiche al Comune sono ben precise e si riferiscono al fatto che, ovviamente secondo la minoranza, la giunta avrebbe richiesto di escludere l’immobile in questione, ora sede dell’Arci, alle attività sociali e del terzo settore come invece prevede l’accordo siglato con il Demanio proprietario della struttura.
«Prima di tutto specifichiamo il fatto che, al contrario di quello dichiarato dal Pd il quale insinua che ci sia stata, testuali parole, “l’irritualità”, nella richiesta inviata al Demanio la lettera che l’accompagna è ovviamente e correttamente firmata dal sottoscritto e la relazione tecnica, come è giusto che sia, è firmata dal dirigente responsabile. E già qui è chiaro quanto sia in mala fede il consigliere. Altra cosa, la destinazione d’uso dell’ex palazzo del fascio rimane quella stabilita in precedenza e cioè ad attività sociali, e aggiungo che non prevedono nessun tesseramento, e del terzo settore. La questione però è un’altra, e da questo poi e nata anche e l’esigenza di chiedere di rivedere l’accordo. Il Demanio, nello stesso accordo, mette dei limiti tali, come ad esempio l’esborso che dovrebbe fare chi decide di prendere in affitto i locali che ammonta a 200mila, che rendono veramente difficile trovare soggetti intenzionati a fare l’offerta. Il Comune chiede quindi, rispettando comunque la sopracitata destinazione d’uso, di poter avere un ventaglio di scelga più ampio altrimenti si corre il rischio di non trovare alcun soggetto disponibile, se non un privato, ad investire. Non posso poi non sottolineare che l’Arci è stato coinvolto fin dall’inizio tanto che rappresentanti dell’associazione hanno presenziato al sopralluogo insieme agli amministratori e a dirigenti del Demanio. Senza dimentica che comunque la sede dell’Arci, come già detto, viene trasferita in un immobile di tutto rispetto, quale palazzo Zappagna, per il quale il Comune ha deciso di investire 5 milioni di euro per il restauro e la riqualificazione funzionale dell’intero complesso. Ora non posso che ribadire che la polemica sollevata dal Pd è solo strumentale e forse in odore già di campagna elettorale». (s.)