CURTATONE – Tentano di estorcere denaro a un’anziana donna, replicando al telefono la voce disperata della figlia, ma lei, grazie ad un particolare, si accorge del raggiro e non ci casca. È successo nella giornata di ieri, lunedì 24 novembre, poco prima delle 15, a una 89enne residente nel Comune di Curtatone. L’anziana riceve una telefonata nella quale la presunta figlia, sconvolta, racconta di essersi appena resa responsabile di un reato, quello di aver investito un giovane ragazzo in scooter, per il quale finirà nell’immediato in carcere nel caso in cui la madre non le avesse dato la somma di denaro richiesta. La truffatrice, però, non aveva fatto i conti con la scaltrezza della donna che, nonostante il comprensibile stato di agitazione, si è subito accorta di un dettaglio che le ha permesso di stroncare i raggiro sul nascere: nonostante, infatti, la voce della figlia fosse riprodotta quasi alla perfezione, la madre non riusciva a comprendere perché tutto d’un tratto avesse smarrito la sua proverbiale “r moscia”, o “alla francese”, ovvero quella caratteristica fonetica articolatoria propria di alcuni individui che presentano una pronuncia del suono di erre diversa dall’uso comune in italiano. «Lei non è mia figlia, so bene come parla e quella non è la sua “r”; si vergogni – è stata la pronta risposta della donna -. Adesso chiamo mio genero». Quasi superfluo dire che a quel punto chi stava dall’altra parte della cornetta ha preferito riagganciare.
Matteo Vincenzi








































