SUZZARA Un arco temporale di quindici minuti, non di più: questo il tempo che l’assassino di Francesco Capuano, il 79enne di Suzzara freddato a colpi di pistola nella mattinata del 23 dicembre nel garage del condominio dove viveva, ha avuto a disposizione per portare a termine il suo obiettivo e dileguarsi senza lasciare traccia. Nel frattempo ieri è stata eseguita l’autopsia sul corpo del pensionato che avrebbe confermato tre colpi esplosi a bruciapelo; le indagini, per ora, restano concentrate soprattutto nella zona di Suzzara e dintorni.
Un quarto d’ora dunque: è il tempo trascorso da quando la figlia ha lasciato il padre ad attenderla nell’auto parcheggiata in garage, a quando è ridiscesa dall’appartamento – dove era tornata per prendere alcune cose che aveva dimenticato – trovando il padre privo di vita. In quei quindici minuti l’assassino è sbucato dal nulla, ha aperto la portiera anteriore sinistra dell’auto, e ha esploso tre colpi alla testa dell’anziano che era seduto al posto di guida. Un comportamento freddo e determinato e volto a colpire solo il 79enne, escludendo quindi che anche la figlia potesse essere un obiettivo. A quel punto sul killer, sull’arma del delitto e sullo stesso movente è calato il buio più totale. I proiettili che hanno colpito l’anziano sono ora affidati alle analisi dei Ris di Parma e ciò porterà almeno a ipotizzare quale arma è stata utilizzata ma per il resto gli inquirenti si muovono davvero a 360 gradi. Per ovvi motivi sono stati sentiti anche i due figli del Capuano che ancora vivono a Napoli ma è chiaro che, per ora, le indagini si muovono soprattutto sul Suzzarese. Anche perché chi ha assassinato Francesco Capuano ha dato la dimostrazione sia di conoscere bene le abitudini della vittima ma anche di avere agito in un contesto molto particolare, esplodendo tre colpi di pistola nel garage di un condominio dove vivono diverse famiglie, in pieno giorno, e con il rischio di farsi scoprire.