SAN BENEDETTO PO Da San Benedetto Po al Giappone e ritorno. Ma la strada fatta nei suoi primi 50 anni da Berman, che ieri ha festeggiato nel suo stabilimento di San Benedetto Po, è decisamente più lunga e ben lontana dall’essere conclusa. Quello di ieri è stato un piccolo grande evento perché ha celebrato il mezzo secolo di attività di un’azienda che è nata, cresciuta e soprattutto è rimasta a San Benedetto Po, nonostante le difficoltà logistiche per l’ormai annosa questione del ponte. A fare gli onori di casa è stato il presidente di Berman, Roberto Artioli, che ha ripercorso la storia dell’azienda che produce parti e accessori di auto per grandi marche (da Suzuki a Ferrari), dai contratti a 9mila chilometri di distanza ai piccoli episodi della vita di fabbrica di tutti.
C’è stata un po’ di commozione con l’abbraccio a Cesare Manzini, che nel 1972 fondò la Berman insieme a Franco Bertellini, ex sindaco di San Benedetto scomparso pochi mesi fa. Ecco quindi l’attuale sindaco Roberto Lasagna che ha voluto sottolineare l’importanza della presenza della Berman sul territorio consegnando una pergamena al professor Artioli, il “prof” come lo chiamano tutti nello stabilimento lungo la Romana, ciò che ha fatto che l’atmosfera di ieri fosse quella di una festa in famiglia anche nei momenti più formali. A rendere omaggio a questa bella realtà erano presenti tra gli altri Alessandra Tassini di Apindustria Mantova, che ha posto l’accento proprio sulla “bellezza” di Berman, e Lorenzo Capelli, presidente di Confartigianato Imprese Mantova, che non ha mancato di rimarcare le problematiche create dall’impasse del ponte augurandosi che con le elezioni e la conseguente nascita di un novo governo si trovi finalmente una soluzione. Dopo la benedizione da parte del parroco don Stefano è iniziata la festa vera e propria con musica dal vivo rinfresco e taglio della torta.