PORTO MANTOVANO – Il Natale rischia di essere ridotto a un insieme di gesti consueti o, ancor peggio, a “sfregi” strampalati – volendo utilizzare un eufemismo – come dimostrano i recenti casi avvenuti nelle scuole primarie di Castel Goffredo, Borgo Virgilio e Sermide e Felonica, luoghi dove alcune maestre adepte al politically correct si erano adoperate per rimuovere Gesù dalle canzoncine di Natale, suscitando un vespaio di polemiche e proteste. Ecco allora che iniziative semplici ma dal forte significato come quella arrivata da Porto Mantovano possono esser viste anche come un argine a difesa di chi tenta di mimetizzare i nostri simboli della tradizione cristiana in nome di un concetto di inclusione alquanto bislacco. Perché l’inclusione passa anzitutto attraverso il rispetto degli usi e costumi dei popoli. Per il secondo anno consecutivo l’amministrazione comunale guidata da Maria Paola Salvarani ha deciso di allestire una piccola Natività all’ingresso del municipio. «Un atto simbolico per ribadire i nostri valori millenari e, perché no, per invitare i cittadini a riscoprire la bellezza del presepe. Oltre a ciò – ha commentato la prima cittadina – nell’ambito dell’iniziativa correlata alla mappatura delle rappresentazioni artistico-religiose nel territorio di Porto Mantovano, è stato registrato un 20% in più rispetto al 2024». «Non dobbiamo avere paure o timori nell’allestire il presepe e a cantare il nome di Gesù – riflette l’assessore Monica Buoli -. La bellezza del Presepe veicola un vero e proprio messaggio Evangelico che si manifesta attraverso la creatività e l’arte. Un messaggio che va salvaguardato da chi vuole piegarci al vuoto». Frattanto i volontari della Pro Loco sono al lavoro per allestire un presepe pubblico in piazza della Resistenza. Il presepe resta una scuola di umiltà e un invito a contemplare il mistero dell’Incarnazione di Gesù. Scoprire il significato profondo di ogni personaggio del presepe aiuta a vivere questa tradizione che può ancora parlare al cuore di tutti – credenti, cercatori di senso, famiglie in difficoltà, pellegrini di ogni provenienza. Un dialogo che restituisce al Natale il suo centro: l’accoglienza di un Dio che si fa uomo.
Matteo Vincenzi








































