Sabbioneta Sabbioneta comprese le frazioni conta 4200 abitanti. Di questi soltanto duecento usufruiscono di un servizio idrico collegato all’acquedotto. Tutti gli altri, cioè quattromila persone, per avere l’acqua in casa devono fornirsi di un pozzo privato con relativi vantaggi e svantaggi. I vantaggi sono quelli di non avere ulteriori bollette da aggiungere a quelle della luce e del gas che già assillano le famiglie tutti i mesi o ogni due mesi a seconda degli accordi con i vari gestori. Gli inconvenienti, oltre a quelli per le costose perforazioni del terreno nel proprio giardino, dipendono anche dalla falde attraverso cui le pompe idriche rischiano di attingere insieme all’acqua pure sostanze come arsenico, ammoniaca, ferro, manganese e nitrati che non portano certo benefici all’organismo umano. C’è la possibilità di immettere nel pozzo pastiglie di cloro senza però esagerare. Come mai Sabbioneta, insieme a pochi altri comuni italiani, non ha un proprio acquedotto per i residenti? «Le ragioni sono diverse e tra queste c’è anche quella economica – afferma il sindaco Marco Pasquali -. Tali scelte di investimento, che sono sicuramente onerose, sono di competenza extracomunale. Nessuna amministrazione, inoltre, prima di no si è mai interessata alla questione». Attualmente il collegamento idrico scende da Campitello e andrà ad a interessare attraverso condotte sotterranee alcuni nuclei abitativi oltre a quelli già serviti. Ovviamente dopo aver superato le procedure dei finanziamenti e degli espropri dei terreni interessati. C’è poi da sottolineare che anche le acque provenienti dagli acquedotti non sono completamente immuni da contaminazioni anche se in questi casi vengono assicurati puntuali costosi interventi di manutenzione e disinfestazione. Un’ultima riflessione sull’utilizzo dell’acqua proveniente dai pozzi privati pone l’attenzione sulle condizioni del sottosuolo con i molteplici allevamenti bovini e suini che penetrano nelle falde senza un preventivo sistema di depurazione delle sostanze immesse . (r.p.)
