Schivenoglia «Ma quando erano all’opposizione non si sono posti il problema? E, soprattutto, non pensano che se avessimo potuto accantonare tutte le somme per poi pagare le rate dei mutui le avremmo saldate in quel momento e non un momento successivo?»: all’indomani dei rilievi fatti dal sindaco Paolo Oppini, l’opposizione di Rilancia Schivenoglia, fino a pochi mesi fa alla guida del piccolo comune, risponde all’attuale amministrazione aggiungendo che, «contrariamente a quanto promesso in campagna elettorale, proseguiranno sulla strada degli accertamenti tributari che ci avevano contestato e prevedono anche di innalzare l’addizionale Irpef dal 5 all’8 per mille».
Il tema sollevato dal sindaco, che abbiamo raccontato ieri sulla Voce riguardava appunto la “spada di Damocle” dei mutui che peserebbe per almeno quattro anni con oltre 100mila euro annui sul Comune, ma quelli di Rilancia respingono le accuse di superficialità mosse dal primo cittadino: «I mutui contratti risalgono tutti a un periodo antecedente quello della allora nostra amministrazione – dicono i consiglieri di Rilancia – Anzichè ricorrere ad un aumento dell’addizionale Irpef bastava proseguire nella strada che avevamo tracciato di abbattere la percentuale, ancora troppo alta, di imposte non pagate, senza quindi dovere ricorrere ad aumenti Irpef per lavoratori e pensionati».
Rilancia rifiuta anche la ricostruzione del bilancio fatta dal sindaco: «Lo si fa passare come “al limite” – spiegano – ma, in realtà, è sotto controllo proprio per un percorso revisionale delle banche dati tributarie, ormai vecchie, doveroso e obbligato, avviato dal nostro gruppo nel precedente mandato e che porterà nell’anno corrente e nei prossimi delle entrate più adeguate. Infine una considerazione: i mutui, durante la sospensiva, sono stati comunque in parte pagati, e abbiamo scelto di non tagliare servizi confidando che il recupero grazie agli accertamenti avrebbe dato risorse all’ente per pagare le rate mancanti. Ricorrere ora ad un aumento della tassazione è una presa in giro rispetto a quanto promesso in campagna elettorale».