ACQUANEGRA – Dopo le polemiche della minoranza consiliare e di alcuni utenti della casa di riposo circa l’aumento delle rette, arriva la risposta del vicesindaco Nicola Bini. «La comunicazione inerente l’adeguamento delle rette, ferme dal 2015, è stata inviata quando l’aggiudicazione della gara di appalto è stata perfezionata e quindi nel momento stesso in cui la maggior spesa poteva essere valutata. Contrariamente a quanto sostiene il consigliere Erminio Minuti, il regolamento della rsa approvato nel 2009, non indica i termini entro i quali comunicare la variazioni delle rette. A tal proposito ho fatto controllare al protocollo se fossero presenti le comunicazioni con cui si dava comunicazione degli adeguamenti precedenti e non è stato trovato alcun documento. Faccio anche notare al signor Bruno Ceresa, che quando lui era assessore, ben due volte ha approvato l’aumento della retta per un totale di 4 euro al giorno con decorrenza dal mese successivo senza attendere l’anno dopo come chiede ora che ad amministrare sono gli altri. Lo stesso atteggiamento l’ha avuto il consigliere Erminio Minuti che oggi chiede di applicare l’avanzo generato dalla casa di riposo per affrontare le maggiori spese, quando lui per primo ha incrementato le tariffe nel 2012 e nel 2014 senza usare l’avanzo. Continuo a sostenere – prosegue Bini – che i soldi generati dalla rsa vadano spesi lì dove sono del presi ed è proprio per questo che l’iter di costituzione della fondazione prosegue perché quando il bilancio del geriatrico sarà staccato da quello del Comune, il denaro potrà essere speso per gli ospiti che pagano le rette e non altrove. Le minoranze confuse però da una parte dicono che i soldi dell’avanzo devono essere spesi per la casa di riposo e dall’altra non vogliono che il bilancio della casa di riposo abbia vita a se stante. Per quanto attiene l’iter di costituzione della fondazione voglio anticipare, se parliamo di rispetto delle regole da parte della passata amministrazione, che sulla gestione dei lasciti abbiamo trovato delle scorrettezze. In particolare sulla gestione del lascito Rogna ci siamo accorti che non hanno rispettato le volontà del defunto, il quale diceva che le sue sostanze dovevano servire a futuri ampliamenti della casa di riposo, non è stata fatta la gara per affidare l’abbattimento degli edifici in centro, demolizione che guarda casa è avvenuta nei giorni di ferragosto, manca la perizia che certifichi il decadimento della struttura, sono stati pagati quasi 15mila euro per il progetto di una biblioteca mai costruita e il comune che ieri disponeva di un bene, seppur vetusto, oggi si ritrova un piazzale. Per quanto attiene la speculazione ricordo che l’amministrazione precedente pagava il direttore sanitario nonché medico 29 euro all’ora (determina 1 del 4 gennaio 2016): una cifra ben lontana da quella applicata da quest’amministrazione. A questo punto mi chiedo chi abbia speculato. Aggiungo che chi oggi si vanta di una corretta gestione del rapporto con i medici nel 2015 ha lasciato passare presso la nostra rsa quattro medici uno dietro l’altro. Credo sia palese che chi oggi invoca il rispetto della norma, per primo non vi abbia dato seguito e che continui ad usare la casa di riposo per fare politica. (gb)