VILLIMPENTA – C’eravamo già occupati in altre occasioni di questa truffa “evergreen ” messa in atto da loschi individui contro il malcapitato di turno. Parliamo della cosiddetta “truffa dello specchietto”, una pratica delinquenziale perpetrata ai danni ignari cittadini, soprattutto anziani e donne, che loro malgrado si trovano davanti a questi malviventi privi di scrupoli. Il modus del raggiro consiste che, una volta individuata la vittima, viene scagliato un oggetto, talvolta una bottiglia di plastica (ma può essere anche una semplice botta con la mano sulla carrozzeria) per creare rumore e quindi truffare la vittima dicendo che gli ha rotto lo specchietto della macchina e pretendendo del denaro per chiudere la questione di un ipotetico (ma falso) risarcimento per il danno subito. L’ennesimo caso si è verificato ieri mattina lungo la provinciale 30, nel tratto che collega Gazzo Veronese a Villimpenta. A finire nella “tela” di due mascalzoni – descritti «sulla cinquantina, non del luogo» – una sessantenne di Roncoferraro. La donna proveniva da Roncanova e viaggiava in direzione Villimpenta, quando all’improvviso è stata sorpassata a velocità sostenuta da una Volkswagen Passat. Il tempo di percorrere qualche centinaio di metri, ed ecco ritrovarsi la stessa vettura ferma sulla propria destra, nel parcheggio del cimitero di San Pietro in Valle, con il conducente indaffarato a sbracciarsi con l’evidente intento – riuscito – di costringere la donna a fermarsi. «Ma cos’è successo?», ha domandato la malcapitata abbassando il finestrino. «Signora, ma non s’è accorta di nulla? Poco fa, quando è passata davanti al bar (il riferimento, si presume, è all’esercizio pubblico di Pradelle, ndr), ha urtato il nostro specchietto ». La conducente, comprensibilmente intimorita e nondimeno incredula per l’accusa che le veniva mossa, si limitava a rispondere che le sembrava impossibile. Frattanto scendeva anche il complice, che utilizzando toni minacciosi intimava alla donna di pagare il danno altrimenti non l’avrebbero lasciata andare via, azzardando, perlopiù, di chiamare i carabinieri (ovviamente non lo avrebbero mai fatto, ma così facendo hanno ottenuto il loro scopo: insinuare il dubbio nella vittima creandole ancor più confusione). La 60enne alla fine cedeva: «Di che danno stiamo parlando?». «Mi dia 50 euro e siamo a posto, ma sarebbero di più». Incassati i soldi, i due sono sgommati via in direzione Gazzo. La donna, tra le lacrime, è stata consolata da un paio di anziane appena uscite dal camposanto. Un episodio che speriamo serva da monito per mettere in guardia i cittadini, i quali se dovessero mai trovarsi in queste spiacevoli condizioni devono, se nelle possibilità di farlo, avvisare immediatamente le forze dell’ordine.