“Con l’autonomia differenziata avremo un Paese più moderno e responsabile”

CARLO MACCARI POLITICO
Carlo Maccari

MANTOVA –  Sei anni e otto mesi. Ne è passata di acqua sotto i ponti da quel 22 ottobre 2017, quando i lombardi e i veneti dissero “sì” – a furor di popolo (96% e 98% l’esito delle urne) – all’autonomia. Ebbene, da ieri il provvedimento tanto caro alla Lega ma in realtà all’intero centrodestra, e non solo, è legge. Dopo una maratona notturna di atavica memoria anche la Camera dei Deputati ha approvato in via definitiva la legge che prende il nome di “Autonomia differenziata”. «E’ un momento storico», esulta la maggioranza, «frutto di una programmazione politica avvenuta nel pieno rispetto della Costituzione». In crisi di nervi, invece, la sinistra, sebbene in tempi non sospetti caldeggiava la riforma. Qualcuno, come la grillina Susanna Cerchi, s’è spinta oltre, e in pieno delirio ha persino augurato una nuova «piazzale Loreto» per il Governo.

  • On. Carlo Maccari, il governo ha portato a casa una riforma storica, anche se l’opposizione, che in parlamento ha francamente dato il peggio di sé, si sta già attivando per indire un referendum.

È stata una battaglia parlamentare a volte aspra, ma surreale nei contenuti. Pd e 5Stelle si sono scagliati con veemenza sul provvedimento definendolo “spacca Italia”, nonostante le modifiche prima costituzionali (Prodi, D’Alema e Amato) e gli indirizzi programmatici (Gentiloni, Conte I, governo giallo/verde, Conte II, rosso/verde, Draghi) dei Governi succedutisi e le continue richieste in quel senso dai “Governatori” Bonaccini, Zingaretti, De Luca. Ancora una volta si sono dimostrati campioni d’incoerenza».

  • Il Pd vi accusa di voler “scardinare l’impianto costituzionale del Paese”. 

«Un’accusa falsa, anche perché il Pd “dimentica” un fatto rilevante: la riforma della Costituzione che ha introdotto l’autonomia è stata pensata e voluta dalla sinistra con gli stessi Prodi, D’Alema e Amato. Poi fu il Movimento 5 Stelle ad inserire l’autonomia fra i suoi punti programmatici sia nella formazione del governo Conte I che del successivo Conte II. Nel 2018, inoltre, Gentiloni sottoscrisse gli accordi preliminari con le regioni Emilia-Romagna, Veneto e Lombardia per l’autonomia differenziata; i governatori del Pd, come Zingaretti, nel recente passato hanno fatto richiesta di attuazione del decentramento amministrativo regionale, in linea con quanto proposto oggi dal governo, e anche De Luca, Campania, era allineato».

  • La segretaria del Pd, Elly Schlein, vi imputa di avercela col Meridione.

«La solita menzogna per cercare di aizzare la gente, quando sa bene che non è così se solo si premunisse di entrare nel merito, cosa che peraltro dovrebbe sapere in quanto era vicepresidente di Bonaccini (Pd) quando a pochi giorni dalla elezioni politiche del 2018 lui e il sottosegretario Bressa (Pd) firmarono la pre-intesa di applicazione dell’articolo 116 comma 3 della Costituzione con 7 materie trasferite. A tal proposito giova ricordare che l’obiettivo di trasferire materie e corrispondenti risorse alle Regioni in grado di assicurare efficientemente le prestazioni al pari o meglio dello Stato, in attuazione del “principio di sussidiarietà”, è il modo più concreto e reale di “responsabilizzare” la politica di fronte ai cittadini e di rendere effettivo il godimento dei diritti civili e sociali in ogni parte del territorio nazionale, superando i divari. Da sottolineare – aspetto non meno importante – come l’autonomia differenziata sia una possibilità data alle Regioni che vorranno richiederla».

  • Non è quindi un problema per le altre Regioni, oltre alla Lombardia?

«I meccanismi di solidarietà restano invariati e per le Regioni che non concluderanno le intese è comunque garantito il finanziamento dello Stato da destinare allo sviluppo della coesione e della solidarietà sociale. Come Fratelli d’Italia abbiamo dato un contributo fondamentale per migliorare il disegno di legge. Grazie a noi sono stati riaffermati dei principi fondamentali quali il rispetto dell’unità nazionale, la coesione territoriale e sociale, il finanziamento delle Regioni più in difficoltà, anche se non firmano le intese, il coinvolgimento del Parlamento per determinarne il buon esito e la partecipazione attiva delle Istituzioni interessate».

  • In definitiva può confermare che l’autonomia differenziata è una grande occasione per far ripartire anche chi è più in difficoltà?

«La garanzia viene proprio dal testo finale che, grazie anche agli emendamenti che abbiamo varato, prevede la perequazione, l’invarianza di risorse e la loro proporzionalità per le regioni che non firmano intese, la perequazione infrastrutturale ed insulare. Infine, un principio sostanziale: la responsabilità. L’esito di avere trasferito in questi anni funzioni, come ad esempio la sanità, non collegandole al principio di responsabilità, ha prodotto il risultato che 5 regioni significative sono state commissariate solo a voragine di bilancio acclarata. Questi sono fatti incontrovertibili».

Matteo Vincenzi