MANTOVA – Lo hanno riempito di botte spaccandogli la faccia. Uno gli ha tirato un pugno, l’altro un calcio in faccia e un altro ancora lo ha colpito al costato. Pugni, calci, e forse è stato usato anche qualche oggetto contundente. Quando è arrivato in ospedale era una maschera di sangue. I medici che lo hanno visitato hanno così allertato le forze dell’ordine per dare il via alle indagini sul pestaggio di un 50enne ghanese avvenuto nella giornata di domenica scorsa. L’uomo a quanto risulta sarebbe stato aggredito da un gruppo di connazionali per motivi che per il momento restano del tutto oscuri, questo forse anche per l’ostacolo della lingua, visto che la vittima non parla molto bene l’italiano e pare che lo comprenda anche peggio di come lo parla. L’aggressione sarebbe avvenuta dalle parti di Bagnolo San Vito, dove il ghanese sarebbe attualmente domiciliato, in circostanze tutt’altro che chiare. Il 50enne sarebbe stato aggredito con calci e pugni da almeno tre persone, ghanesi come lui, al culmine di una lite degenerata in rissa. Le lesioni riportate erano evidenti soprattutto sul volto, dove gli è stato riscontrato tra i vari traumi, anche la frattura del setto nasale. Lo straniero è stato infine medicato e quindi dimesso con una prognosi di 25 giorni che ha fatto scattare l’indagine d’ufficio. I casi come questo, che vedono coinvolte degli stranieri, molto difficilmente le forze dell’ordine procedono in base a una querela di parte. Spesso infatti la vittima sparisce subito dopo essere dimessa dall’ospedale oppure si allontana spontaneamente prima che arrivino le forse dell’ordine, segno che lo straniero in questione non ha alcun interesse a presentarsi in una caserma dei carabinieri o in un commissariato di polizia per sporgere querela rischiando a sua volta accertamenti sulla propria posizione sul territorio italiano e di conseguenza di essere espulso per qualche irregolarità e quindi rimpatriato.