MANTOVA Tra gli stadi “stregati” che non l’hanno mai visto vincere, il Mantova guarda con particolare diffidenza quello di Cittadella, intitolato allo sfortunato Piercesare Tombolato, portiere deceduto nel 1957 per le conseguenze di uno scontro di gioco. Lì i biancorossi torneranno ad esibirsi sabato, a quasi 10 anni di distanza dall’ultima volta. E proveranno ad espugnarlo per la prima volta. Sarebbe una doppia impresa, perchè significherebbe anche sbloccarsi in trasferta. Tre punti servirebbero come il pane agli uomini di Possanzini, contro una rivale diretta per la salvezza, a pari punti ma in eccellente stato di salute (tre vittorie e due pareggi nelle ultime cinque gare).
Il Tombolato, appunto. La prima volta che il Mantova ci mise piede fu il 15 marzo 1998. Ci lasciò subito le penne: 3-0 per il Cittadella, inaugurato oltretutto da un autogol (di Martini). Era il Mantova di Andrea Agostinelli, con Romano Freddi sul ponte di comando, Serie C2: stagione anonima, chiusa all’ottavo posto. Per la cronaca: anche all’andata al Martelli l’Acm le aveva buscate (0-1). Stesso copione nel dicembre 2003, stavolta in Coppa Italia: siamo negli ottavi di finale e all’andata il Mantova di Mimmo Di Carlo soccombe 3-1 al Tombolato, pur essendo passato in vantaggio con Balleello. Stesso punteggio al ritorno, sempre per i padovani, e per il Mantova addio Coppa. Poco male: a fine stagione arriva la promozione in C1, primo passo della trionfale scalata. Il presidente Alberto Castagnaro avrebbe di lì a poco ceduto il timone a Fabrizio Lori, ed è proprio sotto la guida di quest’ultimo che il Mantova ritroverà il Cittadella, stavolta in Serie B. Finisce bene il 19 settembre 2008: 2-0 firmato Godeas-Caridi, con Giuseppe Brucato in panchina. Tabù sfatato? No, c’è il trucco: quella partita si svolse a Treviso, causa indisponibilità dello stadio di Cittadella. Chissà, forse al Tombolato sarebbe finita diversamente.
E arriviamo così alla disfatta delle disfatte. La partita che, più di tutte, simboleggia lo scarso feeling tra il Mantova e il Tombolato. È il 24 aprile 2010 e i biancorossi allenati da Michele Serena vengono travolti 6-0. Un’onta che all’epoca venne addebitata esclusivamente al presidente Lori, alle prese con una grave crisi finanziaria e “colpevole” di non aver versato gli stipendi ai calciatori. La storia rivelerà altri particolari inquietanti, forse figli di questa crisi o forse no: partite vendute, scommesse, insomma brutte storie che coinvolsero più di un giocatore biancorosso e che di fatto decretarono il fallimento dell’Acm. Ecco, se dovessimo scegliere una sola partita per rappresentare quella pagina buia della storia biancorossa, quella di Cittadella non avrebbe eguali.
L’emorragia di sconfitte al Tombolato si interrompe il 15 novembre 2015: il Mantova della sciagurata gestione Sdl, con Ivan Javorcic da poco subentrato in panchina, non vince ma strappa almeno uno 0-0. È un risultato gagliardo, se pensiamo che quel Cittadella vincerà a mani basse il campionato.
Anche in amichevole i padovani sono stati più di una volta avversari dell’Acm: a Piovene Rocchette, Rovereto, Asiago, Lavarone e perfino a Cittadella nell’estate 2020, a porte chiuse in piena era-Covid, con Maurizio Setti in tribuna ed Emanuele Troise in panchina. Pure questa finì con una sconfitta, però onorevole (3-2) considerando che l’Acm era neopromossa in C mentre i granata si apprestavano a partecipare al quinto campionato di fila in B. Il tabù comunque resiste, più forte che mai. Sabato l’ennesimo tentativo di sfatarlo: sarà la volta buona?