Calcio Serie B – Penultimo e a digiuno di vittorie. Ma il Mantova torna a pensare positivo

MANTOVA Avanti piano, anzi pianissimo. Il Mantova proprio non riesce a tornare a quella vittoria che manca dal 30 agosto, seconda di campionato, 2-1 al Pescara. Peraltro l’unica ottenuta quest’anno in partite ufficiali. I biancorossi restano davanti allo Spezia e a pari punti con la Samp – che, detta così, se consideriamo i pronostici della vigilia, sembra un trionfo e invece è una delusione. Il penultimo posto in classifica non può che preoccupare, così come i 5 punti in 8 partite sono bottino decisamente inferiore alle aspettative dell’ambiente.
Eppure qualche mezzo sorriso in viale Te comincia a vedersi. O, perlomeno, i volti funerei di qualche settimana fa stanno lasciando il posto a espressioni diverse. Più speranzose, o addirittura fiduciose. Merito della prestazione col Sudtirol che, unita a quella con l’Avellino, certifica i progressi della squadra. Purtroppo il risultato non ha premiato Festa e compagni. Ma per lunghi tratti si è rivisto il miglior Mantova: brillante, determinato, intraprendente, concentrato, compatto. È un segnale confortante, perchè significa che i dettami di Possanzini non rimangono lettera morta. Di più: l’abbraccio collettivo all’allenatore, per festeggiare il gol dell’1-1 di Ruocco, conferma che il gruppo è ancora (almeno in larga parte) coeso. Anche i tifosi hanno risposto bene. Chi era al Martelli sabato ha potuto ammirare un sostegno continuo dal primo all’ultimo minuto, compreso il periodo in cui il Mantova era in svantaggio. Non si sono udite contestazioni. Solo qualcuno ha lasciato in fretta lo stadio a fine gara in preda alla delusione, ma senza lanciare accuse. A fine gara, la società ha restituito “licenza di parola” a Possanzini, dopo un silenzio durato tre settimane. Anche questo è un segnale di serenità (parzialmente) ritrovata. Sarebbe auspicabile che lo stesso avvenisse per i calciatori, quantomeno per gli elementi più esperti e smaliziati.
Sul piano tattico, la squadra sembra esprimersi meglio col 4-3-3, già adottato nell’anno della promozione e intelligentemente rispolverato da Possanzini. Impressione confermata contro il Sudtirol: quando è stato tolto Paoletti per inserire Mancuso, tornando così al 4-2-3-1 di inizio stagione, la manovra si è fatta meno efficace.
Insomma, sono tanti gli elementi positivi che devono infondere fiducia al Mantova. Poi c’è l’altra faccia della medaglia, che denuncia gli altrettanti limiti della squadra. E che possiamo sintetizzare in un dato solo: non essere riusciti a battere il Sudtirol, dopo una partita dominata in lungo e in largo. Da qui ripartirà Possanzini per proseguire il percorso di crescita, sul quale i biancorossi si sono incamminati. Dopo settimane di vagabondaggio senza bussola, non è poco.